«Volevamo studiasse, glielo ha chiesto suo nonno»
DOPO LO SBARCO L’AFFIDAMENTO A CHI HA RESO POSSIBILI I SOGNI
Il gol che apre la crisi dell'Inter nasce da un tribunale. L'avvocato Loredana Bruno e il marito Tonino Summa, genitori affidatari di Musa Juwara, decidono di presentare ai giudici del Tribunale di Potenza un ricorso d'urgenza contro il parere negativo della Figc rispetto al tesseramento del ragazzo del Gambia che da qualche anno era entrato nella loro famiglia. «Furono giorni terribili – ha confidato la signora Loredana – perché Musa faticava a comprendere le lungaggini e le regole della burocrazia italiana, che non prevedono tutele per i minori non accompagnati. Era terrorizzato al solo pensiero che il suo sogno di diventare un calciatore del campionato italiano potesse svanire».
Ricorso vinto e tesseramento con il Chievo accettato: «Scegliemmo quella società perché era particolarmente convincente il binomio scuola-sport. Il nonno di Musa aveva quale unico desiderio che il nipote studiasse».
Il resto è storia di oggi, con il passaggio al Bologna e un contratto con scadenza 2022, vicino al prolungamento. I suoi genitori affidatari, però, dopo i momenti di soddisfazione e felicità condivisi con Musa, hanno deciso di abbassare le luci dalla ribalta che, inevitabilmente la storia del talento gambiano ha acceso anche su di loro. «Lo dobbiamo per il rispetto di una decisione che abbiamo preso tutti insieme – dice Summa, uno dei guru del calcio giovanile di Avigliano, centro dell'immediata periferia di Potenza – E intendo accomunare mia moglie e i nostri due figli di 17 e 11 anni. Posso solo dire che questo ragazzo ci ha profondamente colpito per la sua umiltà, per la riservatezza e per la grande bontà d'animo. Ecco se mi chiedessero di descriverlo, direi che Musa è un ragazzo buono». Ciò aveva spinto questa famiglia a chiedere l'affidamento di un adolescente impaurito da un viaggio di seimila chilometri sulla nave di una Ong con altri 535 passeggeri approdata in Sicilia. Era l'estate del 2016 quando le autorità decisero di inserire l'allora 15enne Musa nel Centro di Accoglienza Straordinario di Ruoti, questo piccolo centro lucano di tremila abitanti, dove il fratello maggiorenne gli fece da tutore.
Fino alla terza media Musa studia nel Comprensivo “Carlucci”. Il sindaco Anna Maria Scalise racconta: «Musa deve essere l’esempio per i nostri giovani, esempio di sacrificio, di costanza e perseveranza dei propri obiettivi. Musa non è solo l’esempio di inclusione ma di integrazione all’interno della comunità, nella quale ha trovato ospitalità e motivazione per guardare al domani».
L’avvocato Loredana Bruno e il marito: «Colpiti dalla bontà e dall’umilità»