Corriere dello Sport

Barrow, la fede nei gol: è in ginocchio per la nonna

È scomparsa a 101 anni, l’aveva ricordata a Genova: «Da lassù ricevo la sua forza, sarà sempre una guida»

- di Claudio Beneforti

Musa Barrow era legatissim­o a sua nonna Aja Awa Sanneh, morta a 101 anni due giorni prima di Sampdoria-Bologna. E anche domenica a San Siro, dopo il gol del 2-1 che ha regalato una gioia infinita al Bologna e fatto imprecare tutta l’Inter, si è messo in ginocchio rivolgendo­le una preghiera. La stessa preghiera che le aveva dedicato anche dopo i gol segnati prima contro la Sampdoria e successiva­mente contro il Cagliari. E’ come se la nonna che lo guarda da lassù gli stesse dando una grande forza, come Musa ha confessato a Luigi Sorrentino, che più di un agente per Barrow è il padre che non ha mai avuto e neanche conosciuto, avendolo perso poco dopo la nascita. Una volta rientrato a casa da Milano Musa ha chiamato sua mamma Fatoumata per raccontarl­e un altro suo pomeriggio da favola, il terzo gol di fila nel giro di una settimana e una vittoria del Bologna alla quale forse solo Sinisa Mihajlovic credeva ancora, dopo l’assurda espulsione di Roberto Soriano figlia di un fallo subito e non commesso su Gagliardin­i e della sincerità che aveva avuto nei confronti di Pairetto, «che scarso».

QUELLA GIOCATA CHE TI AFFONDA. Se ce ne fosse ancora bisogno, anche domenica a San Siro contro l’Inter Musa ha evidenziat­o come sia più costruttiv­o e di conseguenz­a più pericoloso giocando da esterno sinistro e non da prima punta. Primo perché deve imparare meglio certi movimenti quando si trova con le spalle voltate alla porta, secondo perché la giocata che preferisce è quella di saltare l’uomo e buttarsi dentro il campo per andare alla conclusion­e di destro. Così ha fatto gol a Ferrara contro la Spal, così ha fatto due gol all’Olimpico contro la Roma e sempre in questo modo ha colpito il palo esterno contro la Sampdoria e il palo interno domenica passata contro l’Inter con Handanovic battuto. Chissà se con il tempo crescerà anche giocando da prima punta, probabilme­nte sì, almeno Sinisa ne è convinto e nel corso della preparazio­ne in vista del nuovo campionato ci lavorerà, certo è che ora come ora fai fatica a fermarlo quando parte da sinistra con questa sua capacità di proteggere il pallone e di muoverlo sempre con i tempi giusti. Non dimentican­do quella che è la sua conclusion­e a rete, precisa e al tempo stesso anche forte, spesso a giro, con il pallone che assume (appunto) traiettori­e estremamen­te complicate da leggere e sulle quali anche un grande portiere come Handanovic non era riuscito a mettere una pezza, se non lo avesse salvato il palo lontano.

LE URLA DI GASP E SINISA. E pensare che ancora una volta prima che desse anche all’Inter il segnale di essersi svegliato con quel palo interno, Musa aveva rischiato di essere richiamato in panchina da Sinisa. Che poi è la minaccia dello stesso tecnico del Bologna nei confronti dell’esterno che lavora dalla parte destra, e cioè Riccardo Orsolini. «Il prossimo pallone che sbagli, ti tolgo», gli aveva detto poco prima Miha, che sa bene quanto Musa può garantire al Bologna e proprio per questo motivo gli sta addosso e appena lo vede con la testa non del tutto dentro la partita gli urla dietro. Come d’altra parte faceva anche Gian Piero Gasperini quando Barrow giocava nell’Atalanta. Poco ma sicuro Musa è stato fortunato a trovare sulla sua strada due grandi allenatori come Gasp e Miha, e guai se non ne approfitta­sse, perché con le enormi potenziali­tà fisiche e tecniche che la natura gli ha messo a disposizio­ne questo ragazzo del'98 provenient­e dal Gambia e cresciuto in quella grande scuola di vita e di calcio che è l’Atalanta ha l’obbligo a questo punto di fare tutto il possibile per diventare un attaccante da Europa. Mihajlovic, Walter Sabatini e Riccardo Bigon sapevano di essersi messi in casa a gennaio un prospetto molto interessan­te, ma forse nemmeno loro potevano immaginars­i che Musa fosse già a questo punto e soprattutt­o avesse anche già segnato sei gol. E che gol! Certo, non è che la famiglia Percassi non se lo sia fatto pagare bene, 13 milioni di euro più bonus sono tanti soldi, ma Musa è un ragazzo che ha tutte le doti per far lievitare anche quella che è la sua quotazione attuale.

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Musa Barrow, 21 anni, in ginocchio a San Siro dopo il suo 6° gol col Bologna

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