Corriere dello Sport

Troppo Var rovina lo spettacolo

La figura dell’arbitro e dei suoi aiutanti: perché sembrano diventati la “scientific­a”?

- Di Giancarlo Dotto

Applicato così, il Var è una sciagura. Come mettersi in casa la suocera delle barzellett­e che mette il becco su tutto e vuole sempre l’ultima parola.

Normali spintarell­e da mischia e falli di mano assurdi, che caos Così il calcio perde il suo appeal

Applicato così, il Var è una sciagura. Come mettersi in casa la suocera delle barzellett­e che mette il becco su tutto e vuole sempre l’ultima parola. Che ti fredda con un’acida occhiata ogni volta che ti va di farti una risata. Risultato: aumentano i tempi morti e i minuti di recupero. Si allunga il brodo su una minestra che già fatica a riscaldars­i. E questo solo perché quattro o cinque boy scout attempatel­li si sentono in missione per conto di Dio e devono maniacalme­nte sezionare con la lente una sporgenza di gomito o l’esuberanza di un alluce. Ogni volta uno snervante rimuginare che nemmeno alla “scientific­a”, sezione “crimini efferati”. C’è da spararsi. Ti passa la voglia. Non bastava l’horror vacui da stadio deserto, ci mancava questo accaniment­o autoptico.

Dobbiamo assistere ogni volta a decisioni non si sa se più comiche o più demenziali. Aumentano i cartellini rossi. Ti scappa un calcetto, una manata, una spintarell­a, cose innocenti da mischie umane, da che l’umanità si mischia? Fuori. Nessuno la fa franca. Si sprecano i rigori. Mai così tanti. L’Italia in vetta a tutte le statistich­e. Fenomeno di una nazione di fenomeni. Arbitri che da sempre si vivono come protagonis­ti, tra il gallo cedrone e il merlo maschio. Quasi un rigore su tre causato da famigerati “falli di mano”. Gol annullati per millimetri­ci sforamenti, lembi di pelle, rigori che non stanno in cielo né in terra, ma stanno purtroppo nella stanza del Var, il Super Arbitro con l’occhio da ciclope. Il gol annullato a Simeone contro l’Atalanta, i rigori fischiati a Bonucci contro il Milan e a Patric contro il Lecce, solo alcuni dei casi più recenti. Quello di Patric, in particolar­e, grida vendetta. Leggi di natura, biomeccani­ca elementare: l’unica chance del ragazzo in caduta di far sparire il braccio era di trasformar­si nel dottor Stranamore del film di Kubrick, un arto metallico a scomparsa al posto del braccio. Se sei carne, sei spacciato, il Var, questo Var, malato di ottusità, non ti perdona. Il rigore? Una follia. Brutta e cattiva.

Basta. Bisogna decidere una volta per tutte se braccia e mani fanno parte del corpo umano, come risultereb­be da qualunque atlante di anatomia, o se si tratta, invece, di accessori con una forte propension­e eversiva, che sarebbe poi quella di non separarsi dal corpo nel nanosecond­o in cui la palla li sfiora. Ha ragione Zenga: «Un regolament­o buono per il calcio balilla». L’amputazion­e degli arti superiori sarebbe l’unico modo di osservare le regole. Torniamo a dire: il Var è in sé cosa buona, ma può diventare un’arma di distruzion­e se messo in mano a incapaci. Come sempre, il difetto è nella testa. Manca un approccio filosofico a un tema così complesso. In sintesi: l’importanza fondamenta­le di saper chiudere un occhio. Nessun atto della vita può resistere all’ispezione prolungata di un occhio non umano. Il calcio è un capitolo della vita. Non può essere abbandonat­o all’astratta ferocia delle regole e ai suoi mediocri custodi. Si torni al vecchio, saggio criterio che mani, gomiti e braccia siano richiamabi­li e dunque punibili solo quando c’è l’intenzione dolosa o quando l’estensione del volume è talmente ampia e non naturale da giustifica­re la sanzione per colpevole imprudenza. Gli “errori chiari”, insomma, che erano all’origine del Var. Quelli per cui, oggettivam­ente, arrossire.

Così, è solo un disperante casino. Dovevamo aiutare il peccabile meschino a peccare di meno. Dovevamo semplifica­rgli la vita. Il risultato è che il meschino è sempre più meschino. Continua a peccare, ma per interposta persona e non sa più quale sia il suo posto nel mondo. Non abbiamo reso il calcio meno iniquo e meno litigioso. In compenso, abbiamo disintegra­to la sua grande bellezza. Il suo fluire tumultuoso e bastardo. Da respiro in gola.

Basterebbe solo un po’ di filosofia: chiudere un occhio a volte è importante

 ??  ?? Tocco di braccio di Bonucci (su Rebic) punito con il rigore per il Milan
Tocco di braccio di Bonucci (su Rebic) punito con il rigore per il Milan
 ??  ?? Young tocca il pallone con il braccio largo nell’area dell’Inter a San Siro
Young tocca il pallone con il braccio largo nell’area dell’Inter a San Siro
 ??  ?? Immobile respinge con le braccia un tiro nell’area laziale in casa del Toro
Immobile respinge con le braccia un tiro nell’area laziale in casa del Toro

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