Corriere dello Sport

UNA JUVE INDIFESA SE NON C’È DE LIGT

Rugani e Bonucci sotto accusa per i quattro gol incassati nell’ultima mezz’ora al Meazza

- Di Nicola Balice

Il senso dell'operazione Matthjis De Ligt è emerso ancora una volta in sua assenza. Un investimen­to da 85,5 milioni di euro più 12 milioni di ingaggio (tra parte fissa e bonus) per cinque stagioni, che dopo un anno circa sembrano spesi nel migliore dei modi. Anche perché più De Ligt cresce e domina, più la Juve ne sembra dipendente. È bastata una sola partita da giocare senza di lui per riportare a galla tutti i limiti di un reparto che contro il Milan è apparso troppo brutto e fragile per sembrare vero. Errori individual­i, errori di squadra, errori su errori insomma. Con una buona notizia: sabato contro l'Atalanta tornerà De Ligt. Per il resto c'è molto su cui riflettere.

FLOP RUGANI. Su Daniele Rugani per esempio. Perché a 26 anni quasi compiuti, il difensore bianconero sembra non essere migliorato rispetto a quello che da Empoli effettuava cinque anni fa il grande salto. Nel frattempo però è diventato un giocatore da 3,5 milioni netti a stagione, uno da quasi 100 presenze nella Juve. Che resta però ancorato in coda alle gerarchie di Maurizio Sarri come succedeva con Max Allegri. E che non ha mai fornito quelle sicurezze che dovrebbe in realtà dare dopo cinque anni di Juve, contro il Milan ha più o meno retto per un'ora e poi è colato a picco, pagando anche lo scotto degli zero minuti disputati da febbraio ma che in fondo sono lo specchio di quel che è riuscito a conquistar­si seppur alla corte di un suo mentore. Se non gioca mai, insomma, un motivo evidenteme­nte c'è. E pure se alla fine Fabio Paratici non è riuscito ancora a venderlo dopo anni di tentativi (per quanto gli infortuni di Chiellini e Demiral lo avessero pure tolto dal mercato essendo arrivati fuori tempo massimo), qualche motivo evidenteme­nte ci deve essere pure oltre quell'ingaggio monstre per una riserva.

MISTERO BONUCCI. Riflession­i merita anche Leonardo Bonucci. Sulla carta leader di questa Juve, nei fatti da quando è tornato dal Milan sempre o quasi in difficoltà quando si ritrova a giocare senza Chiellini o De Ligt. Il rigore è un suo regalo più che una falla del regolament­o, il raddoppio rossonero lo ha visto andare a spasso in maniera preoccupan­te, già a Lione era stato disastroso. Brutte prestazion­i occasional­i che possono capitare, la sua stagione in fondo resta positiva, non è stato facile resettare anni di difesa bassa per seguire i dettami sarristi: ma quando si ragiona sul fatto che dopo il rinnovo sia tornato a guadagnare oltre 7 milioni netti a stagione, non si può che notare questi preoccupan­ti passi indietro in assenza di un big al suo fianco. Da solo, insomma, si normalizza un po' troppo facilmente.

E CHIELLINI... In tutto questo, aspettando Merih Demiral, in casa Juve si prende atto di una stagione giunta agli sgoccioli senza che Sarri

abbia potuto contare realmente su Chiellini. Prima il grave infortunio, poi il recupero quasi forzato che lo ha visto scendere in campo già contro Brescia e Spal, infine una serie di problemini che lo hanno costretto di nuovo ai box prima e dopo il lockdown. Adesso

è tornato in gruppo e per Sarri è una buona notizia. Ma chi resterà fuori quando arriverann­o le partite che tutti vogliono giocare, lui o Bonucci? Perché di De Ligt, la Juve sembra proprio non poter fare a meno.

Sarri può sperare nel recupero di Chiellini ma chi gli lascerà il posto?

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Leonardo Bonucci, 33 anni, esce deluso dal Meazza. Anche lui non ha reso come ci si aspettava
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