Corriere dello Sport

Gattuso: Bene la vittoria ma se guardo la classifica...

«Non possiamo avere tanti punti in meno rispetto all’Atalanta. Occorre riflettere, lavorare e crescere»

- di Fabio Mandarini

Un’altra vittoria. E sono dodici, nelle ultime sedici partite. Dalla Lazio, dalla svolta: il Napoli c’è, continua a dimostrare di esserci e si è visto anche ieri. Con il Genoa, a Marassi, terreno di un’altra conquista che Insigne e compagni hanno archiviato verso la prossima stagione e soprattutt­o verso il ritorno degli ottavi di Champions con il Barça. Fermo restando un aspetto. Un numero che a Gattuso, giustament­e, proprio non va giù: «Sono contento per la vittoria e di quello che stiamo facendo, però ai miei dico sempre di guardare la classifica. Tutti i giorni: e abbiamo tanti punti dall’Atalanta, che è forte, ma evidenteme­nte c’è qualcosa che non va. Sì, consideran­do la qualità della nostra squadra c’è qualcosa che non va: costruiamo una mentalità vincente».

LA MISSIONE.

E allora, l’analisi di Rino. Lucida, spietata, cinica ma assolutame­nte veritiera. Lui non si accontenta, è fatto così, non può e conoscendo­lo ormai un po’ non ha tutti i torti. La sua missione è semplice, pur se decisament­e complessa: «Oggi dico che siamo una grande squadra, ma con tutti i giovani bravi che abbiamo, giovani che possono diventare molto forti, non possiamo stare a questa distanza dall’Atalanta. Sia chiaro: stiamo parlando di un’ottima squadra, ma valutando la nostra qualità devo pensare che evidenteme­nte c’è ancora qualcosa che non va. Ci sono tutti questi punti tra noi e loro e dunque ogni volta dobbiamo guardare la classifica e pensarci. E poi guardare a quello che abbiamo fatto bene e meno bene da quando sono arrivato». Finale in crescendo con traguardo: «Dobbiamo continuare a lavorare per creare una mentalità vincente». In maniera definitiva.

AREK E OSIMHEN.

Sì, l’obiettivo vero del lavoro di Rino è questo. «Bisogna costruire una mentalità forte e vincente ed evitare gli alti e bassi. Bisogna dimostrare di essere una squadra per 90-95 minuti ogni volta. In ogni partita». Gradualmen­te si cresce. «Ci piace palleggiar­e, è vero, ma avete visto come abbiamo attaccato la profondità? Ultimament­e lo stiamo facendo molto bene». Finale dedicato ai singoli: «Callejon? José ha scritto pagine importanti per sette anni e penso che doveva chiudere così. Era il minimo per un profession­ista del genere: un giocatore come lui è molto importante per un allenatore». Poi, Milik: «Non è facile trovare uno più forte di lui senza spendere tantissimi soldi, però quando un giocatore ha voglia di cambiare aria e pensa che sia finito un ciclo allora bisogna rispettarl­o. Altrimenti diventa difficile per tutti: per lui, per il tecnico...». Osimhen può essere più forte? «E’ un giocatore del Lilla e non mi pare giusto parlare di lui. Ha caratteris­tiche diverse, comunque: quando arriverà allora vi spiegherò cosa cambierà rispetto a Milik». Chiarissim­o.

«Milik? Non è facile trovare uno più forte ma se il ciclo è finito rispettiam­olo»

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MOSCA Il gol dell’azzurro Hirving Lozano: la palla ha superato Perin e termina la corsa in rete per il raddoppio del Napoli

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