IL MILAN DEGLI ADDII SA SOLTANTO VINCERE
Il paradosso rossonero: come battere la Juve e non godersi l’impresa Le frasi di Maldini e Ibrahimovic confermano la spaccatura nel club
Tutto in una notte. Il meglio e, volendo, anche il peggio del Milan. Nel senso che la vittoria sulla Juventus è l’exploit più significativo nell’annata rossonera. Sia per i precedenti con i bianconeri sia per come il successo è arrivato, ovvero dopo una clamorosa rimonta da doppio svantaggio. Prima del fischio d’inizio e dopo la conclusione della gara, però, ci sono state le dichiarazioni di Maldini e Ibrahimovic, che hanno dato un’ulteriore conferma di come, all’interno del Diavolo, non ci sia unità d’intenti, ma profonde spaccature. Inevitabile, quindi, che a fine stagione si celebreranno una serie di addii e che verrà varato un nuovo progetto. Gazidis e la proprietà hanno scelto di affidarsi a Rangnick. Ancora non sono state apposte le firme sui contratti, come ha ribadito il tecnico tedesco a “Sport 1”, ma un percorso è stato imboccato e non può essere una vittoria, seppure straordinaria come quella sui bianconeri, a far cambiare rotta.
NUOVO RUOLO? NO. Gli addii, evidentemente, sono quelli di Maldini, Ibrahimovic e Pioli. E i primi due hanno già lasciato intendere che le separazioni si porteranno strascichi, proprio perché la situazione è stata messa in pubblico. E’ ormai noto, infatti, che a Maldini sia stato offerto un nuovo incarico. Del resto, occorre incastrarsi con il ruolo che avrà Rangnick, che avrà di fatto la responsabilità tecnica del club. Ma, stando ad ambienti vicini alla proprietà, all’ex-terzino non è stata prospettato semplicemente di fare il passacarte o l’”uomo immagine”, semmai l’idea sarebbe quella di allargare la sua operatività. Chiaro, però, che questa evoluzione possa non essere gradita. E in questo senso devono essere intese le parole di Maldini dell’altra sera: «Non so se ci sarà spazio per me la prossima stagione».
DUBBI SUL PROGETTO. Evidentemente, Ibrahimovic è stato più dirompente. E non poteva essere altrimenti, conoscendo il personaggio. Peraltro, l’occasione era troppo ghiotta per non sfruttarla. Così, lo svedese non si è fatto pregare: «Fossi stato qui dal primo giorno avremmo vinto lo scudetto. Ci sono cose che stanno accadendo che sono fuori controllo. Se giochi nel Milan devi vincere, non devi lottare per il quinto o sesto posto: o primo o niente». Insomma, una serie di dubbi sul progetto che sta per prendere corpo. Attenzione, non è che si tratti di una novità, visto che il pensiero dello svedese era piuttosto noto. E’ chiaro, però, che manifestarlo in questa maniera - non davanti a Gazidis, ma dentro lo spogliatoio - è tutta un’altra cosa. Tanto che qualcuno si è anche chiesto se non sia stata una reazione di stizza per non aver ancora ricevuto una proposta per continuare nella prossima stagione.
LAVORO STRAORDINARIO. A differenza di Maldini e Ibrahimovic, Pioli finora ha scansato qualsiasi polemica. Ha preferito lasciar parlare il campo. E ha lasciato messaggi più che eloquenti, come le vittorie con Roma, Lazio e Juventus. Da notare come il Milan sia l’unica squadra della serie A ad aver battuto le prime due della classe. Non sarebbe stato possibile senza un lavoro straordinario, sia dal punto di vista tecnico che psicologico. Come premesso, però, è stata fatta una scelta a prescindere. E probabilmente sarebbe anche sbagliato rimettere in discussione tutto solo per gli ultimi risultati. Il destino di Pioli sarebbe cambiato in caso di qualificazione Champions: continuare insieme, infatti sarebbe stato automatico. Ma Ibra è arrivato troppo tardi…
Pioli continua a tacere sul futuro Rangnick sarà la guida tecnica