Corriere dello Sport

Avellino, l’ira di Capuano Ora in pista va Calabro

L’ESONERO SCATENA UN MARE DI POLEMICHE L’ex tecnico: «Piango lacrime amare, ho coronato un sogno in biancoverd­e, andare via che delusione»

- di Leondino Pescatore

Nell'Avellino dei veleni, il silenzio di Capuano è una risposta coerente e densa di insegnamen­ti. Il tecnico esonerato avrebbe potuto scaricare vagonate di rabbia su chi lo ha tradito ma sarebbe sceso al livello di quanti hanno indotto l'acerba società a prendere per oro colato tardive rivelazion­i fatte da calciatori che mai avevano accettato il duro lavoro imposto da Capuano che s'è congedato con questo post indirizzat­o ai tifosi: «Grazie per tutto quello che mi avete mostrato in questi mesi. Non nascondo che mi sono vergognato quando i miei figli mi hanno visto piangere. Purtroppo i sentimenti non si trattengon­o, sono un misto di delusione e di soddisfazi­one. La delusione per quello che ho fatto per questa maglia i sacrifici ma soprattutt­o il rispetto che le ho fatto portare su tutti i campi. Le lacrime nel leggere tutte le parole belle nei miei confronti. Tutti i miei sacrifici hanno avuto un senso. Ho stravinto il mio campionato sono arrivato odiato e vado via amato. Dopo 20 anni coronavo un sogno quello di allenare l’Avellino. Io orgoglioso di esserlo stato, fiero di non essermi mai piegato, illimitata­mente dignitoso di avervi fatto rispettare. Vi amo forza lupi».

Capuano resterà fermo un anno incassando il lauto bonifico mensile dell’Avellino per la conferma ottenuta per meriti sportivi. Senza soldi né società, con una dozzina di elementi e un calendario da brivido, subentrò a Ignoffo ottenendo poi risultati importanti attraverso le motivazion­i inculcate a ragazzotti spauriti. Destinato a sicura retrocessi­one, l'Avellino è arrivato nei playoff battendo la Ternana nel giorno dell’esordio del nuovo presidente D’Agostino, prima dello stop del campionato. Tre mesi di lockdown gestiti con temperamen­to dall’allenatore, divenuto un martello per i suoi giocatori obbligati ad allenarsi giorno e notte per provare un’impresa. Proprio contro la Ternana il pareggio esterno ha estromesso gli irpini dalla lotteria finale. Ed è arrivato l’esonero.

E ORA CALABRO? Con una squadra da ricostruir­e e un ambiente perplesso, il ds Di Somma deve scegliere il nuovo condottier­o. Circolano i nomi di Gaetano Auteri e Piero Braglia, mai interpella­ti, mentre

Massimo Rastelli ha fatto sapere di non volere scendere di categoria. Emerge l'ipotesi rappresent­ata da Antonio Calabro, ex Carpi e Viterbese, un tecnico di spessore abituato a lavorare in silenzio. Quello che manca ad Avellino.

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LPS Antonio Calabro, 43 anni, candidato per la panchina dell’Avellino
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