Avellino, l’ira di Capuano Ora in pista va Calabro
L’ESONERO SCATENA UN MARE DI POLEMICHE L’ex tecnico: «Piango lacrime amare, ho coronato un sogno in biancoverde, andare via che delusione»
Nell'Avellino dei veleni, il silenzio di Capuano è una risposta coerente e densa di insegnamenti. Il tecnico esonerato avrebbe potuto scaricare vagonate di rabbia su chi lo ha tradito ma sarebbe sceso al livello di quanti hanno indotto l'acerba società a prendere per oro colato tardive rivelazioni fatte da calciatori che mai avevano accettato il duro lavoro imposto da Capuano che s'è congedato con questo post indirizzato ai tifosi: «Grazie per tutto quello che mi avete mostrato in questi mesi. Non nascondo che mi sono vergognato quando i miei figli mi hanno visto piangere. Purtroppo i sentimenti non si trattengono, sono un misto di delusione e di soddisfazione. La delusione per quello che ho fatto per questa maglia i sacrifici ma soprattutto il rispetto che le ho fatto portare su tutti i campi. Le lacrime nel leggere tutte le parole belle nei miei confronti. Tutti i miei sacrifici hanno avuto un senso. Ho stravinto il mio campionato sono arrivato odiato e vado via amato. Dopo 20 anni coronavo un sogno quello di allenare l’Avellino. Io orgoglioso di esserlo stato, fiero di non essermi mai piegato, illimitatamente dignitoso di avervi fatto rispettare. Vi amo forza lupi».
Capuano resterà fermo un anno incassando il lauto bonifico mensile dell’Avellino per la conferma ottenuta per meriti sportivi. Senza soldi né società, con una dozzina di elementi e un calendario da brivido, subentrò a Ignoffo ottenendo poi risultati importanti attraverso le motivazioni inculcate a ragazzotti spauriti. Destinato a sicura retrocessione, l'Avellino è arrivato nei playoff battendo la Ternana nel giorno dell’esordio del nuovo presidente D’Agostino, prima dello stop del campionato. Tre mesi di lockdown gestiti con temperamento dall’allenatore, divenuto un martello per i suoi giocatori obbligati ad allenarsi giorno e notte per provare un’impresa. Proprio contro la Ternana il pareggio esterno ha estromesso gli irpini dalla lotteria finale. Ed è arrivato l’esonero.
E ORA CALABRO? Con una squadra da ricostruire e un ambiente perplesso, il ds Di Somma deve scegliere il nuovo condottiero. Circolano i nomi di Gaetano Auteri e Piero Braglia, mai interpellati, mentre
Massimo Rastelli ha fatto sapere di non volere scendere di categoria. Emerge l'ipotesi rappresentata da Antonio Calabro, ex Carpi e Viterbese, un tecnico di spessore abituato a lavorare in silenzio. Quello che manca ad Avellino.