L’INTERVENTO «Questo calcio non appassiona»
IL PRESIDENTE DEL CONI DAVANTI AL CALO DI ASCOLTI
L’attesa e l’entusiasmo, poi la noia. No, non abbiamo detto gioia. La parabola del calcio italiano - parliamo di appeal e ascolti tv - è sempre più discendente. Lo dicono i dati, lo dice Malagò: «Ho letto che siamo passati da 6 a 3,5 milioni di spettatori e mancano ancora sette giornate. Non so cosa succederà», dice sibillino a chi gli chiede cosa pensa della serie A sotto l’ombrellone. Di fatto la maratona calcistica post-Covid, dopo l’exploit della prima giornata e i numeri esaltanti della Coppa Italia, ha finito col perdere l’interesse degli italiani. Certo l’estate non aiuta, ma turno dopo turno l’emorragia di pubblico è inesorabile, tra ritmi blandi in campo e orari improbabili - dalle 17.15 alle 19.30, fino alle 21.45 - con l’ultimo triplice fischio inconciliabile per chi lavora.
NECESSITA’. «Se uno fa un sondaggio, penso che il calcio così appassioni molto meno», spiega il presidente del Coni a margine della presentazione degli Educamp a Roma. Lo stesso che, preoccupato, alcune settimane fa chiedeva un “piano B” per la ripartenza del calcio: si riferiva (anche) a questo? Dopo il colpo al cerchio arriva però quello alla botte. «Al tempo stesso penso sia la soluzione migliore tra tutte quelle che erano sul tavolo. Certo, si è dovuto fare di necessità virtù». Un messaggio per riconoscere la testardaggine del presidente Figc, Gabriele Gravina, che tanto ha lottato per far riprendere il campionato nella forma più normale possibile. Tradotta però in turni strettissimi e squadre con il fiato corto alle prese col turnover mentre magari fuori dagli stadi c’è chi è già in vacanza o, al contrario, deve puntare la sveglia.
SOLUZIONI. Logico cercare di correre ai ripari per il finale di stagione, che potrebbe a breve vedere archiviata anche la questione scudetto. Basterà anticipare gli orari delle partite? Nei giorni scorsi dell’eventualità ha parlato Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori dopo l’addio di Tommasi. La proposta di anticipare di mezz’ora almeno gli slot serali - con partite quindi alle 19 e alle 21.15 - è stata messa sul tavolo trovando d’accordo Lega Serie A e le Tv, con queste ultime che potrebbero tornare a ‘giocare’ in fasce di maggiore audience. Ma lì sembra essere rimasta.
SPONSORIZZAZIONI. Sul fronte delle entrate economiche per lo sport, resta da capire il destino del credito di imposta sulle sponsorizzazioni per le società, che farebbe felici soprattutto leghe minori, volley e basket. La momentanea bocciatura «è un problema tutto politico e tecnico, se non pseudo-finanziario - analizza Malagò - Da parte delle società mi sembra una richiesta sacrosanta».
Malagò sibillino: «Ora non so cosa accadrà. Si è fatto di necessità virtù»