La Consulta “piccona” il Decreto sicurezza di Salvini
Incostituzionale il divieto di iscrizione all’anagrafe dei migranti: per la Corte c’è una irragionevole disparità di trattamento
Fanelli, Pappagallo e Zanni
Picconate estive. La Corte Costituzionale ha bocciato parte del testo del primo decreto sicurezza voluto nel 2018 dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Per la Consulta è incostituzionale la norma che vieta l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, perché viola l’articolo 3 della Costituzione che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». La Corte dice di più, ravvisa “irrazionalità intrinseca” perché la norma prevista da Salvini non agevola le finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto e, anzi, dice che c’è “irragionevole disparità di trattamento” perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che devono essere loro garantiti. Una posizione netta che ha scatenato, come logico che fosse, reazioni politiche di tutto l’arco costituzionale e non solo, ma anche delle associazioni che da anni si battono per il riconoscimento dei diritti dei migranti. Perché negare l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo vuol dire non vedersi garantita una adeguata assistenza sanitaria, non intraprendere un percorso di inserimento sociale. Ora tutto questo è incostituzionale.
VERTICE RINVIATO. La questione di legittimità era stata sollevata dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno. Tra l’altro era previsto proprio ieri, ma poi è slittato al 14 luglio il confronto interno alla maggioranza sulla modifica dei decreti. «La sentenza della Corte è un duro colpo per quel modo di fare politica», le parole di Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali e rappresentante del M5s nelle trattative al Viminale. I decreti sicurezza sono uno scoglio decisivo per il governo: il Partito democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva spingono per l’abrogazione prima della pausa estiva, i Cinquestelle invece puntano all’autunno pensando più a una modifica che alla cancellazione dei decreti. Matteo Salvini, invece, accusa il Governo di essere “ossessionato” dai decreti Sicurezza e incolpa i giudici della Corte “di fare politica”, sostituendosi al Parlamento. «La priorità di Conte, 5Stelle e Pd - ha detto il leader della Lega - non è dare i soldi della cassa integrazione a famiglie e imprese, ma girarli alle cooperative che accolgono i clandestini».
ULTIMATUM. O proposte valide o sarà revoca delle Concessioni. Il primo round al Mit su Autostrade è finito con un rinvio. Entro la fine della settimana Aspi dovrà presentare nuove proposte perché quelle attuali sono state ritenute inaccettabili. Elementi decisivi: tariffe, manutenzioni e controlli. «Domani o lunedì», il presidente della Liguria Toti ha annunciato che la regione presenterà al tribunale di Genova una richiesta danni. Intanto la procura di Genova ha aperto un fascicolo dopo una serie di esposti.
ALITALIA. Anche per Alitalia ieri è stato un giorno di incontri. I nuovi vertici sono stati in visita al Mit: l’amministratore delegato della newco Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio, hanno avuto un incontro conoscitivo, informale, col ministro Paola De Micheli.
DECRETO RILANCIO. Il Dl Rilancio, approvato ieri alla Camera (278 i voti favorevoli, 187 i contrari ed un astenuto), passa ora al Senato: tempi stretti, il provvedimento deve avere il via libera definitivo entro sabato della prossima settimana. Messi in campo interventi per 55 miliardi di euro: contributi a fondo perduto per le aziende, stop ai pagamenti dell’Irap, reddito di emergenza, 1200 euro per il bonus baby sitter, allargamento alle seconde case del superbonus al 110%, incentivi auto e l’anticipo della Cassa integrazione prevista per l’autunno.