Corriere dello Sport

E tra lui e Eriksen ora torna il grande freddo

MENTRE SI VALUTANO LE CONDIZIONI DI LUKAKU

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– Tra il caso Eriksen e l’ansia per Lukaku. Dopo aver raccolto un solo punto in due partite, l’Inter è obbligata a tornare a vincere. I prossimi avversari saranno Torino e Spal, e, da questo punto di vista, ci sono tutti i margini per fare bottino pieno. Ma occorre comunque gestire la situazione all’interno della squadra. Perché l’infermeria fatica a svuotarsi, visto che, se Moses dovrebbe tornare a disposizio­ne, le condizioni di Lukaku, appunto, sono tutte da verificare. Il totem belga, infatti, nel finale di Verona, ha avvertito un fastidio tra l’adduttore e l’anca, lo ha segnalato alla panchina e poi è stato sostituito. Se oggi alla ripresa il fastidio non dovesse essere scomparso, allora si procederà con gli accertamen­ti del caso. Non è poi da escludere una sua esclusione cautelativ­a contro il Torino.

COME 4 MESI FA. Per Eriksen, invece, il nodo è “soltanto” atletico e tattico. Nel senso che, dal punto di vista fisico, sta benissimo, ma, agli occhi di Conte, continua a non essere sufficient­emente intenso. E, in aggiunta, pare che non rispetti a dovere tutte le consegne. Il risultato è che, di fatto, siamo a tornati al pre-lockdown, ovvero quando il danese partiva in panchina, per poi entrare nel secondo tempo, perché il tecnico gli preferiva altri centrocamp­isti. Attenzione, lunedì contro il Torino, a meno di soprese, dovrebbe ritrovare spazio dall’inizio. Ma solo perché è difficile chiedere a Borja Valero un’altra gara da titolare a distanza di soli 3 giorni e perché, con Barella e Sensi ancora fermi ai box, Vecino non appare in grado di cominciare dall’inizio. La sostanza, però, è che la fiducia di Conte nei confronti dell’exSpur è nuovamente precipitat­a. E, in questo senso, sarebbe da intendere pure un episodio avvenuto domenica scorsa: inizialmen­te non convocato, infatti, Vecino, infatti, sarebbe stato chiamato solo poche ore prima del fischio d’inizio della gara con il Bologna, per poi giocare qualche minuto, nonostante non avesse fatto ancora un allenament­o completo con i compagni.

DUBBI SUL FUTURO. Insomma, Eriksen può essere tranquilla­mente preso a esempio di ciò che sta accaendo tra Conte e la società. Del resto, non è una novità che il tecnico salentino, a gennaio, avrebbe voluto Vidal. Solo che il danese, oltre a non essere il suo preferito, ha caratteris­tiche completame­nte diverse: corre tanto, al suo ritmo, e con la palla tra i piedi, mentre non è portato a farlo senza. Conte ha provato a trovargli una collocazio­ne, creandogli lo spot di trequartis­ta all’interno del suo impianto tattico. Solo che, dopo un paio di esibizioni positive, la luce si è di nuovo spenta. E a questo punto viene da chiedersi se ha senso pensare ad un’altra stagione con lo stesso tipo di prospettiv­a?

Il danese non è il centrocamp­ista ideale. Il tecnico infatti voleva Vidal

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GETTY Christian Eriksen, 28 anni
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