ULTRATRENTENNI Ma i vecchi tenori di Sinisa non hanno più steccato
HANNO GESTITO MEGLIO LA SOSTA COVID Medel, Danilo e Palacio, le grandi certezze del Bologna: permettono al tecnico di «rischiare» i giovani
vesse andare avanti senza evidenziare alcun segno di ripresa e di riscatto, difficilmente potrebbe trovare uno spazio nelle convocazioni del cittì azzurro. Ecco il motivo per il quale dalla partita di domenica prossima a Parma in poi sarà fondamentale che evidenzi di essere cresciuto sul piano della brillantezza, e questo discorso vale anche sia per Soriano che per Sansone,
Orsolini
nonostante che i due rossoblù non rientrino più da tempo nei piani di Mancini. Tra l’altro va sottolineato come domenica dalla parte del Parma gli esterni saranno due grandi protagonisti di questo campionato, Kulusevski e Gervinho. Come dire: chi vincerà la sfida sui lati avrà buone speranze di vincere anche la partita.
Di tre così non puoi farne a meno. Medel è il più continuo, a centrocampo garantisce stabilità. Danilo dà sicurezza, e in difesa la sicurezza è tutto. E poi c’è Palacio di cui si è già scritto qualsiasi cosa, in breve: è indispensabile. Non è un caso se i tre più anziani della squadra non hanno sbagliato (quasi) niente. Sono ragioni strutturali, di cui il Bologna ha bisogno per proseguire in questa folle corsa che è il campionato. Lo sa anche Sinisa Mihajlovic che tra una sfuriata e l’altra sta cercando anche il modo di trasferire gli stessi concetti ai più giovani. Qui c’è bisogno di maggiore linearità, ed è sui tre - Medel, Danilo, Palacio - che Mihajlovic ha intenzione di ricalcare anche il resto delle partite. Problema: reggeranno? Su di loro lo staff sta facendo un lavoro personalizzato per evitare sovraccarichi.
DIFESA. L’equilibrio è delicato, sottile. L’assenza di Danilo contro il Sassuolo ha messo in luce tutte le carenze della difesa. Come spesso ha ripetuto Sinisa: «Un gol lo prendiamo. Tanto vale farne uno in più degli altri». Vero. Ma con Danilo è la minore pericolosità avversaria a essere in evidenza. L’indice di attacchi avversari scende e così anche il numero di attacchi sventati. Da parte di Danilo, sì. Ma anche di Bani, che evidentemente con il brasiliano ha un affiatamento maggiore. Si è scelto di investire su Danilo un anno in più (come su Da Costa e Palacio), insieme fino al 2021 proprio perché la ricerca di un centrale stabile, titolare, sicuro, va fatta con calma. Va assicurata. Danilo adesso è un elemento molto importante per il Bologna. Ha giocato 4 delle 5 partite dell’era virus e tolta la prima partita di fronte alla Juve - contro Samp, Cagliari e Inter il Bologna ha sempre fatto punti. Non è un caso, la presenza di Danilo e le valutazioni più che sufficienti dimostrano un certo grado di sicurezza che nessuno oltre lui riesce a dare la difesa.
DIGA. Discorso analogo per Medel, che in mezzo al campo è una diga e un uomo capace di dare il la a certe giocate. Quando c’è, e sta bene, è più di una garanzia. Il cileno in estate aveva espresso la volontà di tornare nel suo Paese, poi aveva ritrattato perché «ho un contratto e lo voglio rispettare». Fino al 2022, anno in cui Medel potrebbe lasciare l’Italia e tornare in Cile. Di certo questo campionato è fondamentale per capire il suo futuro. Questo scorcio di stagione, però, ha dimostrato che il Bologna ha bisogno di lui, del suo essere Pitbull, della sua aggressività. Senza, i rossoblù perdono in consistenza e aggressività. L’accoppiata con Schouten è il giusto mix, soddisfa le aspettative di Sinisa. Contro il Parma non mancherà.
ETERNO. E poi c’è l’eterno, inimitabile Palacio. E’ lui il più costante di tutti, è lui l’uomo squadra. Ha giocato fin qui 30 partite, cioè ne ha saltata appena una (tra titolarità e subentri, s’intende) e forse è questo il dato più incredibile, che esalta la grandezza dell’argentino, a 38 anni ancora fondamentale. Anche contro il Parma ci sarà. C’è bisogno dell’esempio che Palacio ancora non si è stancato di dare. La firma di un anno in più, fino al 2021, non è la postilla di una carriera, ma la conferma che Palacio per il Bologna più di un componente della rosa. Su di lui Mihajlovic punterà fino alla fine. Per questo lo staff preserva Palacio, perché è l’uomo in più. Ed essere di più, almeno per ora, non si può.