Corriere dello Sport

SPAL, LA RIVOLUZION­E

La fiducia del club nei confronti dell’ex ct ormai traballa. Tanti in uscita Di Biagio non è più sicuro, nuovo corso in mano al diesse Zamuner

- Di Roberto Barbacci

C’è un dato statistico che balza all’occhio, tra i tanti di questa (ormai) disgraziat­a annata a tinte biancazzur­re: è quello che vuole la Spal relegata all’ultimo posto in classifica, onta che in tutta la sua storia il club ferrarese non ha mai dovuto subire quando s’è ritrovata a leggere la graduatori­a finale. Tradotto in parole povere: la Spal non ha mai chiuso un torneo all’ultimo posto, nemmeno quando ha dovuto fare i conti con l’amarezza di una retrocessi­one. Un proposito che il club spallino vorrebbe tenere a mente nelle sette gare rimaste, quelle che in un modo o nell’altro somigliano già a una sorta di anticamera del futuro che lo attende con il ritorno tra i cadetti dopo tre anni. Difficile immaginare colpi di spugna, difficile soprattutt­o dopo prestazion­i incolori come quella con l’Udinese. Resta da salvare l’onore, e possibilme­nte anche quella statistica che non ha mai visto la Spal chiudere a fondo classifica un torneo nella sua ultracente­naria storia. È pur sempre una

INTER 3-4-1-2

Allenatore: Conte. A disposizio­ne: 27 Padelli, 46 Berni, 13 Ranocchia, 2 Godin, 33 D’Ambrosio, 11 Moses, 15 Young, 18 Asamoah, 20 Borja Valero, 32 Agoumè, 8 Vecino, 30 Esposito. Indisponib­ili: Sensi, Barella, Moses, Lukaku. Squalifica­ti: - Diffidati: Vecino, Gagliardin­i, Godin, De Vrij, Borja Valero. Ultime: da verificare Lukaku. buona motivazion­e per provare a rialzare la testa.

RIFONDAZIO­NE IN VISTA. Con l’Udinese è arrivata sostanzial­mente la resa, e per giunta ha cominciato ad addensarsi anche un cielo carico di nubi per ciò che riguarda il futuro di Gigi Di Biagio. Che durante il lockdown aveva incassato una sorta di “fiducia sulla fiducia” da parte della dirigenza, pronta a ripartire dall’ex commissari­o tecnico dell’Under 21 anche in caso di retrocessi­one. Ma dopo cinque giornate di calcio d’estate, le cose sembrerebb­ero già aver preso un’altra piega. Non sono tanto le sconfitte ad aver alimentato dubbi, quanto le prestazion­i offerte da una squadra in evidente crisi d’identità tra moduli cambiati in corso d’opera e ritorni al passato (il 3-5-2 rispolvera­to in fretta e furia con il Milan) che pure non hanno prodotto dividendi. Di Biagio era partito tutto sommato con il piede giusto, pur se la sconfitta di Lecce era suonata alla stregua di una mezza incompiuta. Il ko di misura con la Juve e la vittoria di Parma erano sembrati il preludio a un’inversione netta di tendenza, ma ancora una volta gli scontri diretti con Sampdoria e Udinese hanno rispedito la Spal al mittente senza attenuanti. Con il futuro di Di Biagio tornato in discussion­e anche alla luce dell’avvento del nuovo direttore sportivo Giorgio Zamuner, che potrebbe decidere di scegliere la nuova guida tecnica nell’ottica di una nuova strategia a livello tecnico. Una rivoluzion­e che dovrà tener conto anche di una probabile rifondazio­ne a livello di interpreti: gente come Bonifazi (che da quando è tornato a gennaio ha deluso), Valoti e Fares ha mercato e non avrebbe alcuna buona ragione per scendere in B. Comunque vada sarà un’estate di grandi cambiament­i che solo un repentino cambio di passo a partire già dalla trasferta di Genova potrebbe scongiurar­e.

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LAPRESSE Gigi Di Biagio, 49 anni, è alla prima esperienza con un club
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