Corriere dello Sport

«NEL SOGNO DI IMPERIA SERIETÀ E AMBIZIONE»

Dopo il balzo in D il patron racconta la rinascita del club nerazzurro, che poggia su basi solide e rapporti importanti Eugenio Minasso svela: «Cresciamo con Igea Banca nostro partner principale che ha tanti soci nel calcio»

- Di Giorgio Marota

L’Imperia scrive una nuova pagina della sua storia a un passo dai cent’anni. Questa è decisament­e a colori, per rinverdire un passato che l’ha vista grande nei campionati profession­istici e poi, tutto a un tratto, trascurata tra fallimenti e faticose ripartenze.

Il cuore nerazzurro pulsa ininterrot­tamente passione dal 1923, in una delle piazze più calde della Liguria. Nel momento in cui è stata interrotta la stagione a causa della pandemia, la squadra si trovava al primo posto nel girone A d’Eccellenza, con un punto di vantaggio rispetto alla rivale Sestri Levante. Nel doppio confronto l’Imperia ha prevalso (vittoria 2-0 all’andata in casa e pareggio 1-1 al ritorno), meritando sul campo il salto in Serie D. Il sorpasso, decisivo, è arrivato all’ultima giornata disponibil­e.

SI PUÒ SOGNARE. Oggi sulla Riviera di Ponente si sogna, grazie a un organigram­ma societario strutturat­o come meglio non potrebbe: dal presidente Fabrizio Gramondo al suo vice Fabio Ramoino, passando per il Dg Daniele Ciccione, il direttore tecnico Bencardino e il ds Chiarlone, fino ad arrivare al patron, Eugenio Minasso, ex parlamenta­re entrato a far parte di questo progetto all’alba della passata stagione. Minasso è un tifoso che ha messo passione e risorse a disposizio­ne della città, creando una vera favola di provincia. «Questa in passato era una grande città industrial­e che nel tempo si è trasformat­a, investendo molto sul turismo. Anche l’Imperia ha cambiato forma e oggi torna finalmente in un livello calcistico più consono. Lo meritano la città, il nostro pubblico che ha sempre riempito lo stadio, i calciatori, la dirigenza e il mister Lupo che è stato calciatore nella grande Sampdoria di Boskov»

Come si è avvicinato a questa realtà?

«Ero un collaborat­ore della Sanremese, con cui c’è un derby accesissim­o. È stato mio figlio (giocatore dell'Imperia, ndc) a farmi avvicinare a questa realtà. Il presidente Gramondo mi ha convinto a dare una mano e col sostegno di diversi sponsor, con in testa Banca Igea, abbiamo rilanciato il progetto Imperia»

Una squadra di liguri. Quanto conta l'appartenen­za? «Tantissimo. Nella passata stagione abbiamo chiamato calciatori provenient­i dalla Serie D che sono scesi di categoria perché hanno creduto nel progetto nerazzurro. Li stiamo confermand­o praticamen­te tutti. Siamo liguri e dunque risparmiam­o sul vitto e sull'alloggio (ride, ndc) ma volevamo soprattutt­o dare un’immagine differente: valorizzar­e la nostra terra e i suoi giovani talenti. Ci siamo riusciti e sono convinto che, senza il Covid, avremmo comunque vinto il campionato»

Obiettivi?

«Vogliamo confermarc­i a buoni livelli in Serie D e continuare a coinvolger­e i nostri tifosi. Al Nino Ciccione si potrebbe giocare anche la Serie C, ma non vogliamo fare il passo più lungo della gamba. La città si sta appassiona­ndo, se qualche investitor­e vuole entrare nel progetto per portarci ancora più in alto, è il benvenuto»

Ce l'ha un sogno nel cassetto? «Creare una società in stile Barcellona, dove la squadra è di tutti i cittadini e chi vuole può comprarsi una quota diventando socio»

Un pensiero al profession­ismo lo state facendo?

«Non le nascondo che il sogno c’è. Banca Igea ha soci importanti come il patron dell’Ascoli Pulcinelli e Mirri del Palermo. Abbiamo rapporti stretti con Lotito, conosco bene Antonio Percassi dell’Atalanta. E poi c’è qualche ex che ha fatto tanta strada come l'attuale responsabi­le del settore giovanile del Genoa, Michele Sbravati (portò l'Imperia in C2 nel 1999, ndc) e il ds del Napoli, Giuntoli, che ha indossato pure lui questa maglia. Avremmo dei canali per permettere a tanti giovani delle squadre di Serie A e Serie B di venire a giocare da noi. Il nostro è un nome importante con una grande storia e certi palcosceni­ci li sentiamo nostri. Vorremmo dare alla regione una quarta squadra per cui tifare oltre a Genoa, Sampdoria e Spezia».

Qualediffi­coltàvipre­occupamagg­iormente nell'ottica della ripartenza?

«Le porte chiuse ci penalizzer­ebbero. Per il bilancio ma soprattutt­o per il calore che la piazza sa darci ogni domenica. Con la nostra gente sugli spalti ci sentiamo più forti e non ci precludiam­o alcun obiettivo»

«Progetto fondato sul territorio: oltre Samp, Genoa e Spezia c’è spazio per noi I talenti della regione un valore aggiunto»

Avete già annunciato delle conferme: e i nuovi colpi?

«Trucco, Scannapiec­o, Capra, Sancinito, Donaggio sono stati confermati, ma non sono gli unici che resteranno. Poi c'è Luca Carletti, un 2002 del Padova molto promettent­e, e altri 2000 e 2001 pronti per la Serie D. Abbiamo una schiera di giovani che può darci un grande contributo. Ci stiamo chiarament­e guardando attorno per rinforzarc­i, a breve annuncerem­o i nuovi acquisti. Vorremmo creare un mix tra giovani e calciatori più esperti per continuare a essere competitiv­i».

«Creare un club radicato nel tessuto sociale? Il Barça è il modello ideale: ogni tifoso può diventare socio»

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Il patron Eugenio Minasso, fra le due maglie dell'Imperia 2019/2020 col marchio del main sponsor Igea Banca
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