«A PIEDI DAL PAPA PER IL MONDIALE»
Pedalando con il ct azzurro sugli sterrati dell’Emilia Romagna Cassani: «Questo è il mio fioretto Se vinciamo l’oro parto da Faenza In bici sarebbe troppo facile!»
Di chilometri sull’asfalto ne ha macinati centinaia di migliaia. E così, per variare, Davide Cassani ha deciso di portarci a fare un po’ di sterrati nella sua Emilia Romagna.
La tanto rivisitata stagione ciclistica 2020 è alle porte, ma prima di dedicarsi ai suoi ragazzi il commissario tecnico della Nazionale ci ha scortato per una sessantina di chilometri perlopiù di strade bianche, partendo dal lungomare di Riccione per poi addentrarci nell’entroterra romagnolo fino quasi a sconfinare nelle Marche.
INCONTRO. Si parte col piede giusto visto che, per puro caso, incrociamo a piazzale Roma anche Francesco Moser, in riviera per girare un filmato: una foto ricordo anche con il campione trentino è d’obbligo. Dopo il clic, le scarpette fanno clac sui pedali ed è tempo di partire.
Gravel è il termine che ormai nel gergo ciclistico ha preso sempre più piede, quel mondo che non è né bici da strada né mountain bike, ma che combina questi due emisferi in una miscela che sta convincendo sempre più appassionati delle due ruote e tra questi anche il mio illustre compagno di fatica. «L’ho comprata da poco e mi piace un sacco, perché così posso andare alla ricerca di itinerari nuovi che non ho mai fatto - comincia a raccontare Cassani -. Si possono fare strade sterrate meno difficili e tecniche di quelle che si affrontano in mountain bike. Poi, chi arriva dalla strada, l’apprezza subito perché si passa in mezzo al verde e non c’è il problema del traffico. Ho appena presentato il mio libro “Il ciclista curioso” e la curiosità è il motore che mi guida: ora, con la gravel, posso scoprire percorsi che prima non consideravo perché pensavo soltanto a quelli asfaltati. Mi toccherà scriverne un altro, “I segreti di casa mia”».
RAGAZZINO. La carta d’identità dice 59 anni, ma mentre lo vedi pedalare e ti accorgi che sotto sotto Cassani si sente ancora ragazzino. Basta osservare quanto si diverte a guadare un fiume con sicurezza mentre metà del nostro gruppetto arranca per non finire a mollo. Oppure quando, parlando delle salite dal panorama più bello, dopo aver evocato il paesaggio unico della Casse Deserte dell’Izoard e la maestosità dolomitica del Sella, scatta d’improvviso come uno dei suoi ragazzi alla prima rampa che ci troviamo davanti.
Nella testa del ct azzurro però frullano già tantissimi pensieri: la voglia più grande ora è che scatti la stagione 2020, con due appuntamenti già segnati in rosso, anzi in azzurro, sul calendario. «Si parte, seppur con grandi difficoltà e con un minimo d’incertezza. Saranno tre mesi abbondanti di corse, di cui moltissime in Italia, con le Strade Bianche che saranno il primo battesimo importante il prossimo 1° agosto - prosegue -. Sarà impossibile essere ovunque, ma cercherò di seguire più corse possibili. Ovviamente ci sono due appuntamenti importanti, con i Campionati Europei a Plouay, in Francia, mercoledì 26 agosto, ovvero appena prima del Tour, e poi il Campionato del Mondo a Martigny, il 27 settembre, una delle poche corse che ha mantenuto la sua collocazione originaria in calendario. Poi, mi auguro di cuore che riparta tutta l’attività giovanile, perché rischiamo di perdere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni e di trovarci a pagare dazio nelle stagioni a venire».
SCELTE. Dopo aver costeggiato campi di girasoli, vigneti e oliveti, raggiungiamo il suggestivo borgo medioevale di Mondaino, incastonato a metà tra la Romagna e le Marche, durante una ghiotta pausa enogastronomica ne approfittiamo per stuzzicare Cassani sulle scelte azzurre, da fare quasi a scatola chiusa vista la riorganizzazione della stagione: «Saranno due squadre completamente diverse visti i percorsi e le ho già in mente perché, ad esempio, l’appuntamento continentale è proprio dietro l’angolo. Mi sono basato su quello che abbiamo fatto l’anno scorso».
I gradi da capitano in Francia, dunque, se li contenderanno il campione in carica Elia Viviani e l’argento iridato Matteo Trentin, mentre sulle Alpi svizzere si sogna la consacrazione iridata di Vincenzo Nibali. «Vincenzo ci pensa eccome al Mondiale perché è un percorso duro - conferma Cassani -. Poi, con il rinvio dell’Olimpiade, si trasforma in appuntamento ancor più importante: è la domenica prima del Giro d’Italia per cui cade a pennello e mi auguro che ci arrivi nel suo picco di forma. L’ideale sarebbe una giornata come quella di Rio, ma stavolta con un pizzico di fortuna in più».
OSSESSIONE. La maglia iridata è la piacevole ossessione del ct: «Negli ultimi due anni, abbiamo vinto altrettanti Europei e sfiorato il Mondiale con Trentin, vedendolo sfumare a 50 metri dal traguardo. Oltre a Vincenzo, le alternative non mancano. Voglio vedere come andrà Aru, Ciccone è cresciuto tantissimo e poi il percorso si addice anche a uno come Moscon. La squadra ha sempre funzionato bene. Un voto per la maglia? Parto da Faenza e vado a Roma dal Papa, ma a piedi stavolta. In bici è troppo facile». E, con un colpo di pedale, si allontana per dimostrarlo.
«Punto su Nibali, ma sono anche curioso di vedere cosa farà Aru»
«Spero che riparta presto la stagione giovanile, sennò pagheremo dazio»