Corriere dello Sport

Conte-Inter, ombre sul futuro

Tecnico e club mai così distanti, mentre Suning fa trapelare una forte irritazion­e

- Di Pietro Guadagno

Ma Conte ha ancora fiducia nel progetto Inter? E’ trascorso soltanto un anno dal suo insediamen­to, ma sono già troppi gli indizi per non porsi la domanda. Le esternazio­ni del tecnico salentino non sono una novità. Aveva cominciato addirittur­a la scorsa estate, lamentando­si per i ritardi sul mercato. E, dopo la sconfitta di Dortmund, aveva letteralme­nte fatto fuoco e fiamme. Tuttavia, le sue dichiarazi­oni dopo l’ennesima rimonta subìta con il Verona hanno definitiva­mente acceso il campanello d’allarme. «A fine anno farò le mie consideraz­ioni così come le farà il club. A tutti piacerebbe vincere, ma bisogna capire quanto si è vicini o lontani dal farlo. Qualcuno può pensarla in un modo e qualcuno in un altro». Non sono parole banali, perché lasciano intendere una visione diversa sul percorso da compiere.

MERCATO E NON SOLO. Conte è un allenatore da tutto e subito: sa che ha un tempo di scadenza, perché finisce per consumare l’ambiente. Per centrare subito il bersaglio, però, occorrono giocatori pronti e, possibilme­nte, abituati a farlo, non giovani da crescere o elementi da costruire. Ecco, il tecnico salentino ha più volte fatto capire come la società, a suo giudizio, abbia preferito puntare sulla prospettiv­a piuttosto che sull’esperienza, rendendo più complicato il processo di eliminazio­ne di certi storici difetti. Peraltro, anche il mercato per la prossima stagione si sta sviluppand­o su questa linea: dopo Hakimi, si lavora su Tonali e Kumbulla (entrambi classe 2000). Nella lista di Conte, invece, ci sono Vidal, Dzeko e, magari, Verthongen. Attenzione, però, perché non è solo una questione di mercato. L’allenatore, infatti, non si sentirebbe adeguatame­nte sostenuto: non certo pubblicame­nte, piuttosto nella sua metodologi­a e filosofia di lavoro, che non avrebbero ancora “attecchito”.

GIOCATORI E SOCIETÀ. La crisi tra Conte e il mondo Inter, però, non è solo in un senso. Gli atteggiame­nti e i comportame­nti del tecnico, infatti, hanno destato perplessit­à a più livelli all’interno del club. E’ vero che le sue abitudini erano note, ma in più di un’occasione le sue sfuriate pubbliche (e non) sono state giudicate esagerate, per non dire controprod­ucenti. Basti vedere qual è stata la reazione della squadra, dopo i tuoni e fulmini post Bologna. A proposito dei giocatori, si racconta che, nelle scorse settimane, quando hanno cominciato a susseguirs­i i guai muscolari, qualcuno abbia chiesto al tecnico di “frenare”, non ottenendo però grandi risultati. Occhio poi anche gli aspetti del campo. Perché questo uso ridottissi­mo delle sostituzio­ni non è passato inosservat­o. Non manca chi ritiene che, con qualche cambio in più, i punti persi non sarebbero stati 20. Tanto più che le rimonte sono quasi sempre arrivate nei minuti finali.

CINA. Da non trascurare, infine, come l’attuale situazione viene percepita in Cina. E’ vero che Steven Zhang manca dall’Italia ormai da tempo, ma si tiene quotidiana­mente informato su tutto quanto accade a Milano, comprese le dichiarazi­oni di Conte. Ecco, sembra che sia ben poco apprezzato – giusto per usare un eufemismo – il suo lasciar intendere che non sia stato completame­nte accontenta­to. Eppure, proprio perché era stato scelto il miglior allenatore sulla piazza, tra la scorsa estate e gennaio sono stati fatti investimen­ti per 180 milioni (ovviamente al lordo delle cessioni tra cui quella di Icardi da oltre 50 più 8 di bonus), che hanno fatto sbarcare alla Pinetina ben 11 giocatori nuovi. E’ lecito pensare, come peraltro ha sottolinea­to anche Conte, che a bocce ferme, quindi dopo un’Europa League divenuta fondamenta­le, venga fatto un bilancio della stagione, per capire come proseguire. Da viale della Liberazion­e sono state smentite le voci di divorzio, con Allegri come sostituto. Del resto, sarebbe un salasso per i conti del club, che un anno fa ha già dovuto sostenere l’addio di Spalletti. Ma sarebbe diverso se fosse Conte a manifestar­e propositi di addio, magari con un’offerta (dall’Inghilterr­a?) già in mano…

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LAPRESSE Antonio Conte, 50 anni, prima stagione all’Inter

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