F1 in Austria, Ferrari sott’acqua: Leclerc parte quattordicesimo!
Avvincenti qualificazioni sotto il diluvio, e oggi cambia di nuovo tutto. Sainz terzo con la McLaren Lewis lascia Verstappen a 1”2, Vettel (10º) è a 2”4 Leclerc fuori dalla Q3 e penalizzato: da 11º a 14º
Se Hamilton è sempre più Hamilton e la Ferrari è sempre meno Ferrari vuol dire che tutto sta andando storto, almeno nella prospettiva di chi attende il ritorno della vera Rossa. E dire che il Gran Premio della Stiria, bis del GP d’Austria andato in scena sette giorni fa sulla stessa pista e prima gara di sempre a essere replicata, sta risultando tutt’altro che un evento in fotocopia.
A spezzarne la continuità è stata ieri la pioggia, torrenziale al mattino fino a far saltare le ultime prove libere, e fitta nel pomeriggio, tanto da ritardare le qualificazioni di tre quarti d’ora e caratterizzarle poi per scarse aderenza e visibilità. Pensavamo noi tutti: un vestitino a misura di questa Ferrari! Se la SF1000 ha poca velocità perché il carico aerodinamico è ridondante e il motore non spinge come dovrebbe, sotto l’acquazzone ciò si trasformerà in un doppio vantaggio, tra maggiore aderenza in curva e una certa gentilezza nell’erogazione della potenza. Macché.
NAUFRAGIO.
La Rossa sotto l’acqua, come e più del sabato precedente sull’asciutto, è andata alla deriva. Ci sarebbe anche una speranziella alla quale attaccarci, come naufraghi sulla zattera alla prese con un involto galleggiante che sembra contenere viveri. Vettel e Leclerc hanno spiegato che «la macchina non aveva l’assetto per la pioggia», dunque dovrebbe averne uno che premierà oggi in gara, ma gli altri non sono fessi e nessuno dei team che precedono le Rosse – Mercedes, Red Bull, McLaren, Renault e Alpha Tauri, non pochi – ha ciecamente puntato su un assetto da bagnato per partire davanti e trovarsi poi oggi in difficoltà.
Vettel è andato un po’ meglio di Leclerc (tagliato fuori dalla Q3 per poca esperienza in condizioni da bagnato come lui stesso ha ammesso), ma non ha potuto fare più di tanto nella terza sessione, trovandosi al volante di una macchina carente in tutto. Charles, sottoposto a due investigazioni, per uno dei capi d’accusa è stato anche penalizzato con tre posizioni in meno (da 11º a 14º): ha ostacolato Daniil Kvyat (Alpha Tauri) nella Q2.
Allo spettacolo hanno provveduto altri: su tutti Hamilton in versione Superman. Le gomme da pioggia fitta, se effettivamente ci sono queste condizioni e la pista è ben allagata, si consumano molto meno rispetto alle tradizionali coperture da asciutto, sicché la Q3 ieri è risultata inconsueta: non due tentativi con due set di gomme, ma giri continui con un unico treno di Pirelli.
UNO CONTRO TUTTI.
Così articolati, la sessione decisiva per le prime file ha visto grande protagonista il campione del mondo, che ha dapprima tolto la pole provvisoria a Verstappen e poi, vedendosela strappare prima dal compagno Bottas e poi dallo stesso
Davanti alle Rosse si piazzano ben cinque squadre e brilla Ocon (5º)
Verstappen, se l’è sempre ripresa di forza. Neanche s’è accontentato di aver staccato il cocco della Red Bull di otto decimi – che già su una pista tanto corta sono una quaresima –, visto che nel finale è stato autore di un ultimo giro-monstre in cui ha aumentato il distacco a oltre 1”2. Un secondo e venti centesimi di vantaggio (su Verstappen) in un minuto e venti secondi di giro, un capolavoro geometrico realizzato in scala. E purtroppo analoga geometria ha riguardato la Ferrari che è rimasta staccata esattamente del doppio: due secondi e quattro.
Sicché Hamilton, con la quinta pole su sei qualificazioni bagnate nell’era dell’ibrido, e risultando l’unico pilota di sempre ad averne ottenute per quattordici stagioni di fila, è uscito dal guscio in cui spesso è racchiuso all’inizio dell’anno: una giornata per uomini veri, come quella di ieri, lo ha messo nelle condizioni ideali per esprimersi.
La Ferrari che brilla è al momento Carlos Sainz, fenomenale terzo (sta crescendo in qualificazione) al volante della McLaren: ma questa purtroppo, riferita al suo arrivo a Maranello nel 2021, è solo una battuta. E neanche viene da ridere.