Corriere dello Sport

CRISI LAZIO È UN CROLLO VERTICALE DE ZERBI VA

Dopo Milan e Lecce, la squadra biancocele­ste cade pure davanti al Sassuolo (che vede l’Europa League): quando Immobile non segna, tutto è più difficile Avanti con Luis Alberto, si fa rimontare dai gol del deb Raspadori e di Caputo: terza sconfitta di fil

- di Fabrizio Patania

Dal sogno all’incubo. Altro che scudetto. La Lazio non c’è più, sprofondat­a dentro una crisi ingiustifi­cabile. Terza sconfitta consecutiv­a e ora sarà bene garantirsi la certezza del quarto posto, a cui mancano ancora 5 punti. Il gruppo di Inzaghi è in caduta libera, un crollo verticale, non esprime più le energie fisiche e mentali per portare avanti il duello con la Juve e chissà in che modo finirà il campionato. Ieri la resa nel forno dell’Olimpico. Poco importa che il Sassuolo abbia trovato il raddoppio con Caputo in pieno recupero. I neroverdi hanno dominato e meritavano ampiamente di vincere. E’ stata una lezione di calcio dall’inizio alla fine, uno show durato più di 90 minuti, a senso unico: l’inerzia non è mai stata capovolta. Quarta vittoria di fila, il settimo posto e la qualificaz­ione all’Europa League sono ancora possibili.

CORSA. De Zerbi ha dipinto un altro capolavoro. La squadra gli è scoppiata tra le mani. Giocano a memoria, abbinano corsa infinita a buonissime qualità tecniche: hanno pressato e impedito alla Lazio di costruire dimostrand­o una condizione fisica super, non solo un calcio di altissimo livello. Ecco il primo capitolo su cui Inzaghi e il suo staff dovranno riflettere, dando risposte sincere. La squadra sta a pezzi, l’emergenza e le alternativ­e non possono diventare un alibi totale nascondend­o una preparazio­ne inadeguata. Da Acerbi a Immobile, citando due big che non hanno subìto infortuni, tutti o quasi si sono ripresenta­ti malissimo. Servirebbe­ro idee e coraggio per provare a contrastar­e la crisi. Simone non ha inventato soluzioni, in corsa s’è aggrappato di nuovo a Leiva, finendo nel solito vortice, perché aveva già giocato in dieci con Milan e Lecce. Un errore grave. De Zerbi ne ha cambiati 9 su 11, confermand­o solo Locatelli e Consigli rispetto al Bologna, lanciando all’esordio da titolare il baby Raspadori. Berardi è rimasto in panchina, ma l’ingresso di Caputo nella ripresa è stato decisivo. Un assist e il gol del raddoppio per tradurre la pressione offensiva testimonia­ta da 18 tiri, 5 angoli, il 63% di possesso palla, 611 passaggi e persino 52 duelli vinti.

SOLO LAZZARI. Inzaghi sapeva di affrontare una squadra in salute, ha cercato subito di non dare campo a Boga e di costruire una partita intelligen­te, di sacrificio, di attenzione. I suoi esterni, Lazzari e Lukaku, erano allineati ai tre difensori centrali. Quel poco che resta della Lazio si è visto nella prima mezz’ora, alimentato in esclusiva dagli strappi dell’esterno ex Spal. Tre volte è filato via con le sue classiche ripartenze. Un’occasione fallita da Immobile, una da Luis Alberto e alla terza l’1-0 dello spagnolo dopo lo stop sbagliato e il rimpallo con Locatelli. Su quel gol, la Lazio ha invano provato a campare di rendita. Stava soffrendo dall’inizio. Bourabia si era incollato a Luis Alberto, Locatelli vinceva i duelli con Milinkovic. De Zerbi con la marcatura dei tre attaccanti su Radu, Acerbi e Bastos aveva soffocato alla fonte il gioco della Lazio. La sua linea difensiva era a centrocamp­o, Toljan agiva da ala, Djuricic sgommava dietro a Parolo. Una traversa colpita dal serbo e il gol di Raspadori cancellato dal Var. Inzaghi è arrivato in vantaggio all’intervallo. Un mezzo miracolo.

RIMONTA. La Lazio si era sistemata bene dietro e aveva lasciato il palleggio ai neroverdi, ma alla lunga e come si poteva immaginare non ce l’avrebbe fatta. De Zerbi ha tolto Traoré e ha sganciato Caputo, passando alle due punte centrali. Muldur aveva preso il posto di Toljan. Lazzari non riusciva più a ripartire, Caicedo si era fermato e Immobile non scattava, neppure l’ingresso di Jony aveva portato il cambio di passo. La Lazio, in uscita, ha preso malissimo il gol del pareggio. Troppo molle Luis Alberto, palla rubata di Bourabia, Bastos teneva in gioco Caputo, Raspadori ha messo in rete davanti a Strakosha. Inzaghi ha indovinato il cambio di Cataldi, ma non quello di Leiva. Tutti dietro: 5-4-1 e il Sassuolo a girare palla intorno all’area biancocele­ste. Uno scattista come Adekanye è entrato tardi. L’ultima mossa di De Zerbi ha pagato. Dentro Magnani e Rogerio per la difesa a tre. Proprio il brasiliano ha scodellato il cross su cui Ferrari è saltato più in alto di Parolo e Caputo ha messo dentro di testa, firmando il sedicesimo gol del suo campionato. Ciccio era stato l’ultimo a segnare prima del lockdown, ieri ha messo fine al sogno della Lazio.

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LAPRESSE La delusione di un laziale sulle tribune dell’Olimpico

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