Corriere dello Sport

«BOLOGNA CON ME GUAI A CHI MOLLA»

Anche senza obiettivi importanti nel mirino il tecnico non vuole cali di tensione a Parma Mihajlovic: Dobbiamo crescere imparando da chi va in Europa L’arbitro? Sì, sono preoccupat­o

- Di Giorgio Burreddu

Campionato finito, relax, anonimato? Ci pensa Sinisa Mihajlovic: «Non rischiamo proprio niente, facciamo quello che dobbiamo fare. L’atteggiame­nto non si sbaglia. Io non voglio fare brutte figure. Se la squadra va in campo senza voglia, sono il primo a prenderli a calci nel sedere».

Cosa sarà del campionato del Bologna lo vedremo oggi contro il Parma, coi rossoblù lanciati verso lo splendore di una metà classifica. La sconfitta col Sassuolo se non altro ha messo un macigno sulle chance d’Europa e di questo Mihajlovic si dovrà occupare con i dirigenti per le scelte da fare per il prossimo campionato. «Se vediamo quello che abbiamo passato a distanza di un anno mi viene da pensare che non siamo più qui a parlare della retrocessi­one, di salvezza, ma di Europa. E’ un segnale che siamo cresciuti non poco. Ora c’è un nuovo step: capire quali sono le differenze tra noi e quelle in Europa ci vanno davvero. Siamo qui per lavorare, cerchiamo di andare in campo e fare bene il nostro lavoro». Il Bologna lo farà anche al Tardini? «Cerchiamo di giocare sempre allo stesso modo, sempre per vincere. Se lo facciamo di più in trasferta è un caso».

UN ANNO. La bandana da corsaro ne ricalca la grinta, la morale, persino la parlata, diventata più verace, più spigolosa, più cruda. «Speriamo che questo anno finisca», dice. Fu in questi giorni che un anno fa Sinisa scoprì di avere la leucemia, entrarono nella sua stanza i dottori, Di Vaio, «alle 21.30 erano venuti in camera mia. Fu un giorno importante per me, ma è passato. Un anno che difficilme­nte dimentiche­rò. Un anno di merda». Un anno che ha segnato la vita di Mihajlovic e, in parte e in modo diverso, anche quella di tutti i giocatori e di chi è rimasto nell’orbita della sua storia. La società, la dirigenza. «I ragazzi sono stati bravi, e ora sono qui a rispondere alle domande, nessuno lo poteva immaginare. Mi arrabbio anche, significa che sono tornato».

Le sfuriate in tv, le critiche all’arbitro, le scenate live: tutto come prima, più di prima. Mihajlovic potenziato, incazzato, indiscipli­nato. «Non è un bell’esempio quello che ho dato dopo il Sassuolo, mi dispiace, ma da un altro punto di vista sono così: non mi tengo più le cose dietro, sbrocco, è il mio carattere».

PREOCCUPAT­O. Non sempre la squadra lo ha capito, o comunque non sempre ha interpreta­to quel fuoco che Mihajlovic ha cercato di trasmetter­e. Vedi la gara col Sassuolo. Ma il calcio ti dà sempre un’altra chance, e allora ecco il Parma al Tardini con Sinisa squalifica­to, lo stadio vuoto, lui che urlerà dalla tribuna. «Non si può giocare senza pubblico. Non c’è brivido. Uno stadio senza pubblico è come una donna senza tette, diceva Boskov, e più o meno aveva ragione».

Dalla tribuna Mihajlovic potrà urlare? «Sarebbe il primo caso di tifoso che viene buttato fuori. Non so cosa farò, non si è mai giocato senza pubblico con un allenatore squalifica­to». Ma una preoccupaz­ione c’è: quella dell’arbitro. «Sono preoccupat­o, sì; al Parma non è stato fischiato un rigore clamoroso e ho paura che se ci dovesse essere un episodio dubbio, a pagare saremo ancora noi per gli altri. Chi arbitra? Mariani di Aprilia? Con quelli di Roma non ho un buon rapporto. Io mi fido degli arbitri, l’ultima volta ho sbagliato; a Soriano è stata tolta una giornata, aveva detto all’arbitro sei scarso perché aveva fischiato un fallo che non c’era. Io gli ho detto di tutto e mi hanno dato 15mila euro di multa. Spero vadano a cena e si divertano parlando di me; ho chiesto scusa, non è giusto che un allenatore faccia queste cose. L’arbitro di domenica non ha arbitrato male, ma siamo la squadra più ammonita in Europa e ogni volta mi rode, quindi difendo i miei giocatori».

«Un anno dopo siamo qui senza parlare di salvezza. Mi adiro? Sono tornato...»

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SCHICCHI Bologna a rapporto da Sinisa Mihajlovic, 51 anni

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