Il trio Callejon-Mertens-Insigne contro il gigante Ibrahimovic
ZLATAN PIÙ VOLTE È STATO VICINO ALL’ARRIVO A NAPOLI Sono 493 complessivamente i gol siglati dai tre attaccanti azzurri, mentre l’attaccante svedese da solo è a quota 480
Tre contro uno: però non è una sfida impari, lo racconta la storia, stavolta scritta a numeri cubitali. Zlatan Ibrahimovic che nella vita ha voluto essere un gigante, nella sua carriera da girovago, ne ha segnati 480: non si è negato niente e neppure si è risparmiato, ondeggiando tra Malmö, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint Germain, Manchester United e Los Angeles Galaxy. Solo contro tutti, e ci sta, quasi gli piace: ma in questa notte torrida, prima che si cominci tra tagli e diagonali, in quei 493 gol che il tridente di Gattuso mette assieme, non c’è un braccio di ferro personale, ma la diversità di essere attaccanti - per fisicità, intanto, ed è persino banale sottolinearlo - e la percezione di potersi gocdere un confronto aspro che resta sofbelle
Allenatore: Gattuso
A disposizione: 1 Meret, 27 Karnezis, 23 Hysaj, 13 Luperto, 42 Manolas, 31 Ghoulam, 4 Demme, 12 Elmas, 21 Politano, 11 Lozano, 34 Younes, 99 Milik.
Indisponibili: Malcuit, Llorente Squalificati: -
Diffidati: Mertens, Milik, Zielinski
OGGI A NAPOLI Stadio San Paolo, ore 21.45
IN TV:
Sky Sport Uno, Sky Serie A, Sky Sport 251, 255 ARBITRO:
La Penna di Roma Guardalinee: Paganessi e Mondin Quarto uomo: Abisso
Var: Rocchi Avar: Bindoni
Allenatore: Pioli
A disposizione: 1 Begovic, 90 A. Donnarumma, 2 Calabria, 93 Laxalt, 46 Gabbia, 33 Krunic, 20 Biglia, 5 Bonaventura, 39 Paquetà, 17 Leão, 98 Maldini.
Indisponibili: Musacchio, Duarte, Castillejo Squalificati: -
Diffidati: Romagnoli, Musacchio, Bennacer, Rebic focato in quest’ora e mezza anche densa di rimpianti.
SOLITUDINE. Callejon, Mertens e Insigne, letti così, da destra verso sinistra, passando attraverso sette anni - mica la cruna di un ago - in cui c’è la traccia di una epoque che lascia brillare, coppe Italia e Supercoppe e poi i brividi delle serate di Champions che pure hanno riempito. La gioielleria di Ibrahimovic è altro, nella sua enormità, non c’è neanche da osservarla per non restare disorientati (tra scudetti e trofei) ma da un’area all’altra, s’avvertirà il fascino di chi sa riempire le partite a modo suo. Ibra fa tutto da sé, fuori e dentro dal campo, spruzza quella sua personalità un po’ guascona e sopprime l'universo che lo circonda; il tridente si esalta componendosi, entrando nelle psicologie calcistica che - fuse - hanno costruito sogni. Sono tipologie di calciatori imparagonabili, però Napoli-Milan è egualmente per loro, una miscela di talento che si sparge in uno stadio terribilmente vuoto ma comunque gonfio di talento, di una esuberanza tecnica che annuncia spettacolo.
PER UN PELO. Così distanti eppure così vicini: perché c’è stato un momento - e ripetutamente - in cui Ibrahimovic e il Napoli hanno avuto modo di pensarci a quella pazza idea», anche un po’ esplosiva, rimasta poi a galleggiare lì, come una dolce bolla di sapone. De Laurentiis e Ancelotti ebbero modo di parlarne e ad Ibra la tentazione non è mai mancata. «Vedere l’amore di Napoli per il calcio, mi verrebbe la voglia di provare un’esperienza in quello che è stato lo stadio di Maradona. Nessuno è stato come Diego. E sarebbe fantastico replicare ciò che lui ha fatto in quella città. E con me il San Paolo sarebbe sempre pieno». E invece lo aspetteranno soltanto - innanzitutto - quei «nemici carissimi»: tre conto uno, ma ci sarà da divertirsi.