Corriere dello Sport

Il trio Callejon-Mertens-Insigne contro il gigante Ibrahimovi­c

ZLATAN PIÙ VOLTE È STATO VICINO ALL’ARRIVO A NAPOLI Sono 493 complessiv­amente i gol siglati dai tre attaccanti azzurri, mentre l’attaccante svedese da solo è a quota 480

- Di Antonio Giordano

Tre contro uno: però non è una sfida impari, lo racconta la storia, stavolta scritta a numeri cubitali. Zlatan Ibrahimovi­c che nella vita ha voluto essere un gigante, nella sua carriera da girovago, ne ha segnati 480: non si è negato niente e neppure si è risparmiat­o, ondeggiand­o tra Malmö, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint Germain, Manchester United e Los Angeles Galaxy. Solo contro tutti, e ci sta, quasi gli piace: ma in questa notte torrida, prima che si cominci tra tagli e diagonali, in quei 493 gol che il tridente di Gattuso mette assieme, non c’è un braccio di ferro personale, ma la diversità di essere attaccanti - per fisicità, intanto, ed è persino banale sottolinea­rlo - e la percezione di potersi gocdere un confronto aspro che resta sofbelle

Allenatore: Gattuso

A disposizio­ne: 1 Meret, 27 Karnezis, 23 Hysaj, 13 Luperto, 42 Manolas, 31 Ghoulam, 4 Demme, 12 Elmas, 21 Politano, 11 Lozano, 34 Younes, 99 Milik.

Indisponib­ili: Malcuit, Llorente Squalifica­ti: -

Diffidati: Mertens, Milik, Zielinski

OGGI A NAPOLI Stadio San Paolo, ore 21.45

IN TV:

Sky Sport Uno, Sky Serie A, Sky Sport 251, 255 ARBITRO:

La Penna di Roma Guardaline­e: Paganessi e Mondin Quarto uomo: Abisso

Var: Rocchi Avar: Bindoni

Allenatore: Pioli

A disposizio­ne: 1 Begovic, 90 A. Donnarumma, 2 Calabria, 93 Laxalt, 46 Gabbia, 33 Krunic, 20 Biglia, 5 Bonaventur­a, 39 Paquetà, 17 Leão, 98 Maldini.

Indisponib­ili: Musacchio, Duarte, Castillejo Squalifica­ti: -

Diffidati: Romagnoli, Musacchio, Bennacer, Rebic focato in quest’ora e mezza anche densa di rimpianti.

SOLITUDINE. Callejon, Mertens e Insigne, letti così, da destra verso sinistra, passando attraverso sette anni - mica la cruna di un ago - in cui c’è la traccia di una epoque che lascia brillare, coppe Italia e Supercoppe e poi i brividi delle serate di Champions che pure hanno riempito. La gioielleri­a di Ibrahimovi­c è altro, nella sua enormità, non c’è neanche da osservarla per non restare disorienta­ti (tra scudetti e trofei) ma da un’area all’altra, s’avvertirà il fascino di chi sa riempire le partite a modo suo. Ibra fa tutto da sé, fuori e dentro dal campo, spruzza quella sua personalit­à un po’ guascona e sopprime l'universo che lo circonda; il tridente si esalta componendo­si, entrando nelle psicologie calcistica che - fuse - hanno costruito sogni. Sono tipologie di calciatori imparagona­bili, però Napoli-Milan è egualmente per loro, una miscela di talento che si sparge in uno stadio terribilme­nte vuoto ma comunque gonfio di talento, di una esuberanza tecnica che annuncia spettacolo.

PER UN PELO. Così distanti eppure così vicini: perché c’è stato un momento - e ripetutame­nte - in cui Ibrahimovi­c e il Napoli hanno avuto modo di pensarci a quella pazza idea», anche un po’ esplosiva, rimasta poi a galleggiar­e lì, come una dolce bolla di sapone. De Laurentiis e Ancelotti ebbero modo di parlarne e ad Ibra la tentazione non è mai mancata. «Vedere l’amore di Napoli per il calcio, mi verrebbe la voglia di provare un’esperienza in quello che è stato lo stadio di Maradona. Nessuno è stato come Diego. E sarebbe fantastico replicare ciò che lui ha fatto in quella città. E con me il San Paolo sarebbe sempre pieno». E invece lo aspetteran­no soltanto - innanzitut­to - quei «nemici carissimi»: tre conto uno, ma ci sarà da divertirsi.

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La rimonta del Milan contro la Juve è partita dal piede di Zlatan Ibrahimovi­c
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