Vettel appiedato nel 2021 verso l’annuncio del ritiro?
Marko racconta un retroscena «Mateschitz non lo rivuole alla Red Bull perché è offeso con lui»
Sembra che nessuno abbia voglia di salvare il soldato Seb, forte di quattro titoli mondiali che però a questo punto sembrano conquistati in un tempo antico, completamente scollato dal presente. Tra quelle vittorie e l’oggi ballano l’èra dei motori ibridi, il fallimento di Alonso con la Ferrari e a questo punto anche quello di Vettel. Che dopo aver visto tutte le squadre interessanti chiudergli la porta in faccia, ha prima valutato l’opportunità di un anno sabbatico e poi forse considerato il ritiro. Anche se ogni sportivo – e lui non fa certo eccezione – cerca sempre di lasciare quando la propria immagine è brillante. E al momento non è il suo caso, purtroppo.
Un segnale di avvertimento c’è: Martin Brundle, in Formula 1 pilota con poca gloria tra il 1984 e il 1996, oggi giornalista per Sky Sport Uk, ha detto che Vettel gli ha chiesto di essere intervistato giovedì prossimo, prima giornata di attività del terzo GP dell’anno, quello di Ungheria. «Gli ho chiesto di cosa avrebbe avuto piacere di parlare e lui mi ha risposto che potrò fargli qualsiasi domanda perché sarà disposto a parlare di qualsiasi cosa».
«Visibilità orribile e aquaplaning, però mi sono divertito E per un GP asciutto ho pronta un’ottima macchina»
MESSO AI MARGINI. Non per fare di qualsiasi ordinario momento un evento memorabile, ma insomma, è logico che Vettel al ritiro stia pensando. Mai, nella storia della Formula 1, un pluricampione del mondo è stato messo ai margini in tal modo. E invece guardate cosa succede: la Ferrari gli ha preferito Sainz, la Mercedes Bottas – o addirittura Russell se questi nel 2021 lo sostituirà –, la Renault Alonso (che godrà doppiamente, avendo sempre snobbato Sebastian come un parvenu vincitore di quattro lotterie di fila), la McLaren Ricciardo e infine, a far peso abbondante, la Racing Point che diverrà Aston Martin ha anticipato di voler confermare i piloti attuali. Non è detto che lo faccia, ma non chiamerà comunque Vettel.
In particolare, a voler motivare il suo rifiuto ad accoglierlo di ritorno a casa – visto che tutti i suoi allori Seb li ha vinti con Red Bull – Helmut Marko ha pronunciato la frase sibillina «Mateschitz ha memoria di elefante», per poi spiegare: «Sebastian non informò Dietrich della sua intenzione di passare alla Ferrari, e questo lo fece infuriare». Si parla di fine 2014, in vista del trasferimento a Maranello nel 2015.
E’ una situazione umiliante. Il tedesco, ricco di esperienza e abile sul bagnato come ieri ha mostrato in condizioni di pista proibitive, non si sarebbe trovato in questa situazione se oggi al comando della Formula 1 ci fosse stato ancora il suo caro amico Ecclestone. E forse finisce anche per pagare questa vicinanza, visto che la proprietà statunitense della Formula 1 è in aperto, apertissimo conflitto con Bernie, il quale a ogni pozzanghera che trova ci passa sopra, nel tentativo di schizzare un po’ di fango su Liberty Media.
La sintonia di Vettel con la Ferrari si è spezzata e la rinuncia a tagliarsi lo stipendio nel 2020 – che Leclerc ha accettato esibendo toni di entusiastica accettazione – ha dato il destro a John Elkann per metterlo alla porta. From hero to zero, in appena un anno. Incredibile.
«È fantastico! La mia migliore qualificazione è venuta fuori in una situazione pessima...»
Giovedì prossimo all’Hungaroring Sebastian potrebbe uscire allo scoperto