Corriere dello Sport

FULL MONTY «100% ITALIA»

Il c.t. Smith si prepara a lanciare Ioane ala australian­a del Treviso che ha 11 fratelli!

- Di Christian Marchetti

All’anagrafe Montanna, nome per esteso che per una consonante non è cima impervia. “Monty” Ioane lo diventa tuttavia sul campo: i suoi 95 kg per 180 cm, già negli spazi stretti, fanno anzi ricordare il macigno che cerca di schiacciar­e Indiana Jones. Ala tutta forza, velocità e sportellat­e da 16 mete in tre stagioni in maglia Benetton Treviso e 36 placcatori battuti solo in questa tribolata mezza stagione. Gli togli il pallone da rugby e lui infarcisce ogni frase con la parola “famiglia”. Sarà per gli otto fratelli e le tre sorelle, sarà per l’armonia che gli assicurano la compagna Melisa e due bimbe di 3 e 4 anni, sarà finanche per parenti celebri: l’ex centro e ala dell’Australia, Digby Ioane (34 anni), è lo zio di Monty (25). Che è l’ultimo nella lunga lista di equiparati per la maglia azzurra, che potrà indossare ufficialme­nte a novembre poiché residente da tre anni nel Belpaese.

Per ora un raduno a Parma e una frase tenera quanto onesta da consegnare a questo giornale: «Mai nella mia vita avevo pensato che mi sarei ritrovato a giocare per l’Italia, ma Dio ha avuto questo meraviglio­so piano per me e Lo ringrazio». Schiettezz­a anche quando afferma: «Non mi aspettavo una chiamata così presto». Come a dire che il c.t. azzurro Franco Smith ha anticipato i piani.

Nato a Melbourne, da famiglia di origini samoane, per poi ritrovarsi a Brisbane nella fucina dei Queensland Reds; trasferirs­i senza troppa fortuna ai parigini dello Stade Français assieme a zio Digby; risalire su un aereo per andare in Nuova Zelanda, Bay of Plenty, e lì mostrare numeri da favola. Accettare infine, nel 2017, l’offerta di Treviso e diventare uno dei tre-quarti più prolifici del Pro 14. Ora si prepara a ritagliars­i uno spazio in Nazionale.

«La mia famiglia (appunto; ndr) in Australia è molto orgogliosa per questo passo. Digby mi ha chiamato: è più entusiasta di me. È fiero di me».

Monty sarà uno degli esponenti della “nouvelle vague” azzurra. «A dire la verità, non ho parlato molto con Franco, ma da quanto vedo ha una passione smisurata per il rugby italiano. Per me è sicurament­e il momento perfetto di arrivare e lui vuole davvero cambiare il movimento, intraprend­ere un fantastico viaggio. In pochi giorni ho potuto constatare che i miei compagni sono davvero buoni giocatori e non è stato difficile inserirmi nel gruppo».

ITALIANO. Da rugbista a uomo il passo è breve. «Se mi guardo indietro sono soddisfatt­o della strada percorsa. Non è stato facile arrivare fin qui per via dei tanti momenti trascorsi lontano dalla mia famiglia, vivendo in altri Paesi. Ma per me è solo l’inizio». A quanto pare al momento c’è solo un “ma”: la lingua di Dante. «Mi piace molto giocare a Treviso. La mia famiglia e io ci stiamo godendo l’Italia, mentre le bambine vanno a scuola e parlano italiano meglio di me! Siamo felici di essere qui». Pertanto, «ciò che mi sento di promettere al rugby italiano è di dare sempre il 100%. Ho messo il cuore in ogni partita che ho giocato con la Benetton e i tifosi possono aspettarsi la stessa energia. Il futuro del movimento sta rapidament­e prendendo forma, come dimostrano Zebre e Benetton in Pro 14. Potete aspettarvi una Nazionale competitiv­a. Al momento è solo

“work in progress”».

Tradotto non proprio alla lettera, l’Italia ha ancora il cartello “Lavori in corso”. Curioso: Smith si affida a una montagna per scalarne un’altra...

«Mai avrei pensato di vestire l’azzurro, ma ora darò tutto» Lo zio è un Wallabie

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BENETTONRU­GBY Monty Ioane, 25 anni, in azione con il Benetton Treviso

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