La forza dei nervi tesi
La forza dei nervi tesi. Questo è il senso del pari all’ultimo guizzo per la Fiorentina, che vale sostanzialmente come una vittoria, avendo allontanato l’incubo di giorni pesantissimi in vista della trasferta salvezza di Lecce, coi salentini terzultimi rimasti staccati di 7 punti. La reazione stizzita di Chiesa, autore di un assist illuminante; quella convulsa di Cutrone, andato a segno al 96’ con un’azione tutta fede; l’abbraccio spasmodico e liberatorio strappato a Iachini: sono le immagini significative di un 1-1 arrivato grazie a un sussulto di orgoglio della meglio gioventù viola, anche in questa occasione rimasta a lungo prigioniera dei propri fantasmi attuali.
Non era servito al tecnico scegliere in avvio un trio offensivo sorprendente, Sottil-Kouame-Ribery. Per un tempo era stato il bel Verona di Juric in totale controllo del match, sbloccato da una prodezza di Faraoni, messo davanti a Dragowski da una pennellata di Amrabat. Già, il tuttocampista del Verona, formidabile centrocampista moderno, acquistato lo scorso gennaio da Commisso per 18 milioni, sembrava la cosa migliore della Fiorentina di ieri. Certi duelli accesi con Castrovilli valgono moltissimo in prospettiva, pensandoli compagni nella prossima stagione. A patto di pensarli in un assetto equilibrato, che ancora a Firenze non c’è. Ma provando e riprovando, la Fiorentina ha spento il sorriso di Juric. Era dai tempi di Prandelli, 20 anni fa, che l’Hellas da neopromossa, non faceva così bene. Idee, ritmo, fisicità, coralità fanno parte del patrimonio degli scaligeri, anche se l’Europa si allontana.
Per contro, Iachini ha smontato e rimontato la sua indefinita creatura, bocciando Sottil, rinunciando a Ribery, inserendo prima Chiesa e Cutrone e alla fine anche Vlahovic e terminando con un 4-2-4 quasi disperato. Ma la forza morale, espressa nella caparbia azione del pareggio (ma anche nelle reazioni contenute al clamoroso errore arbitrale sul mani da rigore di Pessina, ignorato), questa volta è stato l’elemento decisivo per trovare il risultato, rimandando l’appuntamento con la vittoria interna piena che al Franchi manca da 6 mesi.