Corriere dello Sport

Catania, 9 giorni per voltare pagina

- Di Concetto Mannisi

La Sigi non molla. E' questo il messaggio uscito ieri sera a conclusion­e della riunione dei soci in cui, dopo un faccia a faccia fra i presenti, è stato deciso di portare avanti il tentativo di dare la scalata al Calcio Catania e di salvare la storica matricola 11700. Un tentativo a cui hanno già annunciato di volere dare il proprio contributo anche altri imprendito­ri, nella logica propria di quell'azionariat­o popolare che la stessa Sigi ha sempre sbandierat­o.

SELF CLEANING. Ovviamente, così come annunciato nei giorni scorsi, dopo il blitz della Guardia di finanza che ha portato in manette uno dei principali promoter dell'operazione di acquisizio­ne, ovvero il commercial­ista Antonio Paladino (il quale si era impegnato anche a partecipar­e al capitale sociale), è stata subito messa in atto l'operazione di self-cleaning che serve a rendere adamantina la neonata Società per azioni.

E' stato nominato un nuovo Consiglio di amministra­zione al posto di quello formalment­e decaduto, che sarà presieduto dall'avvocato Giovanni Ferraù, nonché un nuovo organismo di vigilanza. Il modo migliore per riprendere la corsa, in attesa di quel 23 luglio in cui, secondo gli intendimen­ti e gli obiettivi già noti, la Sigi spera di poter diventare proprietar­ia del Catania e del centro di Torre del Grifo.

LE ALTRE IPOTESI. Tutte queste mosse arrivano proprio quando nelle ultime ore si torna a parlare con insistenza della figura di un imprendito­re romano, che sarebbe pronto a far proprio il Catania e Torre del Grifo - con un investimen­to a sorpresa e, garantisco­no i bene informati, con programmi ambiziosi. Si vedrà. Niente barricate, dicono alla Sigi. «Per noi - commenta l'avvocato Ferraù - non sarebbe un problema. Se ci siamo mossi è perché è nostro intendimen­to salvare il Calcio Catania e la matricola. Ma se qualcuno dovesse farlo al nostro posto, garantendo altrettant­o entusiasmo e, ovviamente, capitali, di sicuro non ci cospargere­mmo il capo di cenere. L'obiettivo, oserei dire, è comune: salvare il Catania e la sua bandiera».

L'ingresso di altri soci vi dà nuova linfa.

«Confermo. Il progetto va avanti. Dopo quel che è accaduto la scorsa settimana e che nessuno di noi poteva mettere in preventivo ci siamo subito messi in movimento per trovare la giusta rotta. Per fortuna l'interesse per questa iniziativa è concreto e, reperendo i fondi che servivano, riteniamo che si potrà arrivare certamente pronti all'obiettivo del 23 luglio».

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