Corriere dello Sport

Spadafora: Ci sono presidenti eletti quando circolava la lira

«Miniamo l’autonomia? Vogliono la politica fuori, ma con deputati e senatori nelle federazion­i: è conflitto d’interessi». Sport & Salute agirà sul territorio

- Di Giorgio Marota

La battaglia alla Casta è appena cominciata, ma nelle intenzioni di Vincenzo Spadafora non dovrà trasformar­si nel presuppost­o per mandare all’aria l’intera riforma. Il Ministro dello Sport, comunque, non le ha mandate a dire ai presidenti da rottamare: «Dicono che stiamo minando l’autonomia del mondo dello sport perché dopo 12 anni gli chiediamo di lasciare il campo. Lo trovo assurdo. Abbiamo 16 federazion­i guidate da persone che sono lì da quasi 30 anni e anche se hanno portato ottimi risultati è giusto formare nuovi dirigenti. Quando li hanno eletti c’erano ancora la lira e le Torri Gemelle». Il secondo sassolino - anche questo "tolto" in diretta Facebook - riguarda l’incompatib­ilità: «Vogliono tutti la politica fuori dallo sport, ma lo sport è dentro la politica con deputati e senatori che fanno i presidenti di federazion­i. È un conflitto d’interessi».

Parole che qualcuno ha interpreta­to come un attacco diretto e ingiustifi­cato. Come Luciano Rossi, presidente della Federazion­e Tiro al Volo, in carica dal 1993: «Io sono stato eletto, altri sono nominati (riferiment­o al ministro ndr) - le sue parole all’Ansa - Nel 2016 avevo 3 avversari e mi hanno confermato con il 93% dei voti. Qui vogliono mortificar­e un settore che funziona, cancelland­o storie e organizzaz­ioni. Vedo un accaniment­o “ad personam” verso Malagò e altri. Se siamo da rottamare facciamolo stabilire ad atleti e società»

LA LEGGE. Poi Spadafora è entrato nel merito della nuova legge delega, spiegandol­a ai propri follower. Non l'ha presentata come una contro-riforma, come era stata descritta nel momento in cui è circolata la prima bozza: anzi, ha rassicurat­o sulla volontà di mantenere il sistema creato appena un anno dal governo gialloverd­e e dall'ex sottosegre­tario Giorgetti (la gestione della cassa alla neonata Sport e Salute presieduta da Cozzoli, la preparazio­ne degli atleti di competenza del Coni di Malagò), presentand­o altre novità. Una riguarda proprio la gestione della governance: il Coni non perderà i finanziame­nti (40 milioni) e nemmeno il personale (garantiti oltre 100 dipendenti), ma rinuncerà ai comitati provincial­i e regionali. L’interlocut­ore sul territorio sarà Sport e Salute, rassicurat­a così dopo la preoccupaz­ioni iniziali: «E’ la struttura centrale di tutta la riforma». Ma si tratta di un «testo aperto» come ha precisato il titolare del dicastero, auspicando la massima collaboraz­ione dei partiti politici. Oggi incontrerà Leu e Italia Viva, domani il Pd e presto anche il Movimento 5 Stelle. «Ci vogliono coraggio e ambizione» ha spiegato. Non è escluso che possa esserci a breve un confronto con le opposizion­i.

LAVORATORI, DONNE, SICUREZZA. Nelle 124 pagine del testo unico si istituisce un nuovo dipartimen­to: da un ufficio per lo sport di 15 persone ad almeno 3 direzioni generali, per un totale di 45 impiegati. La direzione (che a molti continua a non piacere) è la seguente: «È giusto, gestendo soldi pubblici, che lo Stato e il governo possano esprimere il proprio indirizzo sullo sport come avviene nel resto d’Europa». La riforma punta a una nuova consideraz­ione di lavoratori sportivi e laureati in scienze motorie. «Ci sarà l’estensione di tutte le tutele lavoristic­he e previdenzi­ali a chi opera nello sport - ha spiegato Spadafora - e introdurre­mo il docente di educazione fisica nella scuola primaria». Oltre al limite dei tre mandati per i presidenti – due per il numero uno del Coni – verrà disciplina­ta la figura dell’agente sportivo (accesso alla profession­e, diritti, compensi) e si detteranno le linee sul profession­ismo femminile («Non ci sarà più la distinzion­e di genere, ma dobbiamo trovare le risorse economiche per finanziarl­o»). Oggi in Italia sono profession­isti solamente gli uomini di calcio (Serie A, B e C), pallacanes­tro (A1), ciclismo e golf. Ampio spazio nel testo anche al tema sicurezza, con particolar­e riferiment­o agli stadi. «Istituirem­o procedimen­ti accelerati per la costruzion­e e la riqualific­azione degli impianti sportivi. In Italia siamo parecchio arretrati» ricorda il ministro (il 76% degli stadi in Serie A è stato costruito prima del 1946). Il vincolo sportivo - quel rapporto giuridico che lega un giocatore a un club in forza del quale l'atleta è obbligato a svolgere la propria attività agonistica esclusivam­ente con la società con cui si tessera - verrà cancellato anche tra i dilettanti.

Comitati regionali e provincial­i chiusi Donne, lavoratori e sicurezza i focus

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ANSA Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha presentato in diretta Facebook la sua riforma

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