Oms: allarme per Usa e Brasile
Dei 230 mila nuovi contagi in 24 ore la metà registrata nei due Paesi Nel mondo quasi 13 milioni di casi
BOLLETTINO. Casi positivi confermati totali 243.230 (più 169 nelle ultime 24 ore), di cui 195.106 (più 178) guariti e 34.967 (più 13) morti. Tornano a scendere i casi nuovi di contagio da Coronavirus, ma crescono i decessi.
NEL MONDO. Casi positivi 12.945.505 (più 437.656, il dato OMS è di oltre 230 mila ma non tiene conto dei casi segnalati ma non confermati); morti 571.444 (più 10.984); guariti 7.557.219 (più 150.900). I veri totali globali dell’infezione e dei decessi sono probabilmente più alti a causa di ritardi nella segnalazione, di definizioni e tassi di analisi diversi e di sospetta sottodenuncia da parte di alcuni Paesi.
DENUNCIA DI AMNESTY. «I governi dovranno essere chiamati a rispondere delle morti di operatori sanitari cui non hanno fornito strumenti di protezione durante la pandemia da Covid-19». Lo dichiara Amnesty International con un rapporto sull’emergenza pandemia. Sulla base dell’analisi delle informazioni disponibili, oltre 3.000 operatori sanitari sono morti da Covid-19 ma, precisa l’organizzazione per i diritti umani, «questo dato rischia di essere assai sottostimato». Inoltre, Amnesty ha documentato casi di operatori sanitari che, per aver espresso preoccupazione per la loro salute, hanno subito rappresaglie: dalle minacce al licenziamento, dagli arresti all’imprigionamento, quindi “esposti, messi a tacere, attaccati».
OMS: AUMENTO CASI. «Degli oltre 230 mila nuovi casi segnalati in un giorno all’OMS quasi l’80% è stato segnalato da dieci Paesi e il 50% da soli due Paesi».
Questi Paesi sono USA e Brasile. Lo ha detto il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
VENETO: TEST RAPIDO. Un test rapido che cerca il Coronavirus e dà una risposta in 7 minuti. Costa 12 euro contro i 18 di un normale tampone. Lo ha sperimentato l’Ulss 2 del Veneto che, ha annunciato il presidente Luca Zaia, «trasferirà tutti i dati allo Spallanzani di Roma e al Ministero della Salute perché tengano in considerazione di inserire il test nel piano di sanità pubblica».
L’IMMUNITÀ DI GREGGE NON C’È. Studio del King’s College di Londra ha scoperto che l’immunità per Covid-19 non è duratura, esattamente come succede con l’influenza e il raffreddore. E anche l’immunità di gregge non sarebbe efficace. Secondo Jonathan Heeney, virologo dell’Università di Cambridge, lo studio ha confermato con prove importanti che l’immunità al Coronavirus è di breve durata e questo: «Mette ancora di più in dubbio il pericoloso concetto di immunità di gregge». Di conseguenza, «essere infettati da questo virus non è una buona cosa. Alcuni cittadini, in particolare i giovani, sono diventati un po’ spericolati nell’esporsi all’infezione, pensando di contribuire all’immunità di gregge. È un grave errore».