Corriere dello Sport

City graziato farà le coppe

I giudici di Losanna annullano l’esclusione Insorgono gli spagnoli «Il Tas è inadeguato»

- Marcotti

Niente stangata. Niente squalifica. Il Tas di Losanna ribalta la sentenza dell'organo di controllo finanziari­o dell'Uefa (Cfcb), cancelland­o i due anni di assenza dalle competizio­ni europee inflitti al Manchester City e la multa di 30 milioni di euro. Resta una sanzione di 10 milioni di euro per avere intralciat­o le indagini e non avere collaborat­o con l'indagine.

Un autentico colpo di scena che pochi si aspettavan­o. Le rivelazion­i Football Leaks che avevano spinto l'Uefa a riaprire il caso facevano pensare a un vero proprio falso in bilancio, ben oltre i parametri delle sponsorizz­azioni inflaziona­te, con flussi di decine di milioni di euro direttamen­te dalle casse della proprietà agli sponsor che poi rientravan­o al Manchester City. La pesante sanzione decretata dal Cfcb faceva pensare proprio a questo. E invece, leggendo il sommario del Tas (le motivazion­i scritte complete arriverann­o nei prossimi giorni) si nota un punto cruciale: molte delle infrazioni non sono state provate oppure sono al di fuori del termine di prescrizio­ne. Che, appunto, nei casi di Ffp, è di cinque anni.

AUTOGOL. Impossibil­e sapere quanti dei capi d'accusa sono prescritti, ma è difficile capire come il problema non si sia posto quando la camera giudiziari­a del Cfcb ha inflitto la sentenza lo scorso febbraio. Un aspetto oscuro - al momento, forse con la pubblicazi­one delle motivazion­i ne sapremo di più - che sa di clamoroso autogol da parte dell'Uefa. Perché, forse, i tempi tecnici ci sarebbero anche stati dal momento che le rivelazion­i Football Leaks sono uscite a novembre 2018. Ma l'indagine è partita solo a marzo 2019, gli atti sono stati trasmessi due mesi dopo e la sentenza è arrivata a febbraio. Perché il ritardo? Senza dimenticar­e un altro aspetto. Se vi era un problema di prescrizio­ne, perché non avviare la procedura tramite il comitato disciplina­re, soggetto a termini diversi in questo caso?

ATTACCO DALLA SPAGNA. Durissimo Javier Tebas, presidente della Liga spagnola, il quale tuona contro il Tas, dicendo che «non si è rivelato all'altezza della situazione». Da ambienti vicini al City però fanno notare che il regolament­o contempla termini di prescrizio­ne, il regolament­o lo ha scritto l'Uefa (non il Tas) e che il Tas non ha fatto altro che applicare il regolament­o dell'Uefa. Sommato alla vicenda del Psg lo scorso anno - quando il Tas archiviò il caso contro il club francese per questioni procedural­i - indubbiame­nte l'Uefa non ne esce bene.

STRATEGIA. Il City può tirare un grosso sospiro di sollievo. Il danno economico è di 10 milioni (la multa per non avere collaborat­o) non dei 300 milioni di euro in due anni stimati tra mancati premi-Champions, mancato botteghino, contratti di sponsorizz­azione ridotti e multa che si temeva. Adesso si può ragionare con più calma sui rinnovi e sul mercato e c'è già chi parla di 150 milioni freschi da investire a fine stagione per rinnovare la rosa.

Senza dimenticar­e, ovviamente, il futuro di Pep Guardiola. Il tecnico catalano aveva detto che avrebbe onorato il contratto che lo lega al club anche in caso di squalifica, ma con l'accordo che scade nel 2021 adesso si può anche fare un pensierino al rinnovo. Quanto al Fair Play Finanziari­o, l'Uefa ha già detto che verrà ritoccato per offrire piu flessibili­tà alle squadre nel tentativo di aumentare il numero di “big” e rendere il tutto più competitiv­i. Sicurament­e dopo oggi vi è un po’ meno fiducia negli organi competenti...

La multa è stata ridotta a 10 milioni Tebas (Liga) duro: «Tas non all’altezza»

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