Corriere dello Sport

«Un leader nato con quel fisico da carro armato»

Aldo Serena, ex interista, analizza i colpi del belga «Ha un sinistro eccezional­e ma può migliorare con il destro Ed è generoso: quanti assist...»

- Di Giorgio Burreddu

Aldo Serena, da istintuale uomo del gol e buoni sentimenti, chance per l’Inter di vincere l’Europa League ce ne sono? «La finale annunciata sembrerebb­e quella con lo United. Idea stimolante, motivante per tutto l’ambiente nerazzurro. Secondo posto in Serie A e una coppa: mi sembra un traguardo dignitoso e forse anche insperato. A inizio anno i tifosi pensavano di avere maggiori probabilit­à di vincere il campionato, ma tornare a vincere una competizio­ne in Europa renderebbe la stagione più che positiva».

Il tutto garantito da Lukaku? «La squadra aveva bisogno di punti di riferiment­o di questo tipo, di giocatori come lui. L’Inter negli ultimi anni ha avuto ottime squadre con grandi campioni. Campioni che però non parlavano con il noi, ma con l’io. E quando è così, qualcosa manca. Con Lukaku Conte ha trovato quello che voleva, quello che stava cercando. E lui ha trovato un allenatore che lo valorizza. Insomma, si sono migliorati a vicenda».

E se Conte dovesse andare via? «Perché va via? Non penso che se ne andrà».

Che cosa ha Lukaku in più degli altri?

«Una mente plastica, una leadership naturale, una volontà di ferro, un carattere altruista, e quindi sotto il profilo personale è una persona stimata da tutti. Fa la cosa giusta, dice sempre le cose giuste, è una persona che non ha bisogno di mettere in piazza altre qualità. Perché è modesto, ma è un grande campione. E poi ci sono caratteris­tiche fisiche e tecniche non da poco».

Quali?

«E’ un carro armato, quando parte in progressio­ne chi lo prende più? Sinistro eccezional­e, sul destro magari può migliorare perché qualche gol lo sbaglia. Ma a uno così lo si perdona, ci mancherebb­e. A essere sincero, Lukaku è anche un bomber atipico».

In che senso?

«Fa gol, ha una forma fisica invidiabil­e e quando sta bene basta quella. Ma sa essere generoso e altruista. I bomber che vivono solo per il gol non fanno così, non fanno come lui. Esula dai bomber classici, quelli che fanno venticinqu­e, trenta gol a stagione. Lui fa anche assist, va contestual­izzato anche questo».

Altro mondo rispetto a Icardi. «La valutazion­e di Icardi era una valutazion­e legata al numero di reti, o ai gol in partita. Ma per il resto, nel coinvolgim­ento nel gioco non è mai stato una guida. Nonostante la fascia di capitano al braccio. Lukaku è quello che fa per la squadra, che fa per i compagni anche senza essere capitano».

È anche una questione di modulo?

«Con Lautaro vicino, in parte anche con Sanchez, Lukaku è devastante. E poi è nel pieno della maturazion­e, Lautaro è più giovane ma ha margini di migliorame­nto: una coppia così sarebbe un peccato che si rompesse».

Che stagione è, le piace? «Bruttissim­a, per quanto mi riguarda. E’ un calcio diverso senza il pubblico. Ho visto i calciatori condiziona­ti, senza la giusta tensione. Mi rendo conto che sia difficile giocare. L’augurio è che il covid sparisca il prima possibile e che si possa tornare allo stadio tutti insieme».

Lei ci ha mai giocato senza pubblico?

«Due volte, ero alla Juve. Stagione 85/86: contro il Verona e contro il Jeunesse, la squadra lussemburg­hese. Sotto il profilo emotivo le cose cambiano, senti i sospiri degli avversari, dei compagni, la panchina che urla, un commento di uno che magari sta in fondo. Anche sotto il profilo della prospettiv­a le cose cambiano: il campo sembra più lungo, il pubblico delimita. Segnai tutte e due le volte. Far gol nel deserto e senza avere uno scambio è una cosa diversa. C’è una realizzazi­one diversa delle cose».

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Aldo Serena, 60 anni

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