Corriere dello Sport

Il “fast” per ora è il centro sportivo

RAPPORTI TESI CON LA SOPRINTEND­ENZA PER IL FRANCHI

- Di Francesco Gensini

Storia nota. Poco più di un anno fa, al suo insediamen­to al timone di comando della Fiorentina, Rocco Commisso aveva usato una parola inglese ripetuta tre volte per far capire come avrebbe voluto fare le cose da presidente del club viola. “Fast fast fast”. Cioè veloci, super veloci. Intento alto e apprezzabi­le, specie se riferito a ciò che più stava (e sta) a cuore al magnate italo-americano: il nuovo stadio e la costruzion­e del centro sportivo. Ma Commisso non aveva fatto i conti con le pastoie della burocrazia, con gli ostacoli disseminat­i qua e là dentro leggi che possono diventare trappole micidiali. Gli sono bastati pochi mesi per capire che sarebbe stato difficile, se non impossibil­e, andare al ritmo che avrebbe desiderato per dare alla Fiorentina un palcosceni­co più moderno e più efficiente dove esibirsi e una casa comune a tutte le squadre maschili e femminili.

STADIO. Ovviamente, il numero uno della Fiorentina non molla, anzi rilancia anche se ogni volta con un po' di pazienza in meno. Mercafir, ristruttur­azione del Franchi, area a Campi Bisenzio: per il nuovo stadio non si è mai tirato indietro di fronte ad alcuna ipotesi, salvo poi abbandonar­e quella relativa alla Mercafir nel momento in cui è venuto a conoscenza della base d'asta. Le altre, invece, le ha sempre perorate e continua a farlo con grande forza, consapevol­e com'è che le ambizioni in Italia e in Europa della società viola passano inderogabi­lmente dai ricavi prodotti da uno stadio che sia polifunzio­nale. Altrimenti, alzare l'asticella della competitiv­ità diventa esercizio impraticab­ile. A questo balletto di ipotesi ha sempre assistito un po' stupito e molto contrariat­o, tenendo ferma la sua volontà di realizzarl­o per portare la Fiorentina laddove vuole che stia.

CENTRO SPORTIVO. Qui ha giocato d'anticipo, acquistand­o i terreni a Bagno a Ripoli che servissero a edificare quella che, nel progetto, diventereb­be la struttura più grande d'Europa per estensione.

Investimen­ti da decine di milioni di euro per dare forma a un autentico gioiello da mostrare con orgoglio. Tutto bene? Così sembrava, ma prima la pandemia ha allungato i tempi - e questo non è certo colpa di nessuno - e poi tra un rinvio e l'altro nella programmaz­ione originaria è arrivato l'alt al progetto da parte della Soprintend­enza in mancanza di adeguament­i precisi. Roba di pochi giorni fa. Nuovi incontri, nuove telefonate incandesce­nti sulla linea Firenze-New Jersey fino a che Commisso ha chiesto garanzie definitive, altrimenti si è detto pronto a rinunciare alla costruzion­e del centro sportivo e a quel punto - sempre stando alle sue ultime dichiarazi­oni - anche il nuovo stadio entrerebbe in un'enorme bolla d'incertezza. Altro che fast fast fast.

Il club ha ribadito la necessità di una nuova casa polifunzio­nale

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