Corriere dello Sport

Dominguez: I rossoblù trampolino per l’Argentina

- Di Giorgio Burreddu

Anche se il mondo del calcio è una fisarmonic­a, e più lo allarghi e più si fa piccolo, i sogni dei calciatori restano sempre gli stessi. «L’Europa, è quello il sogno di ogni calciatore». E’ così anche per Nico Dominguez, che il Bologna lo sta trasforman­do nel suo centro di gravità indipenden­te, coerente, appassiona­nte. L’argentino ha parlato a Espn e il ritratto che ne è venuto fuori è quello di un ragazzo a modo, che sta costruendo il suo futuro un pezzo alla volta. «La lingua mi è costata un po' di fatica, ma ora mi sto adattando. Il sogno di ogni giocatore è quello di arrivare in Europa, qui il calcio si evolve molto velocement­e. Devi stare calmo, allenarti. L'aspetto fisico conta molto e io ho approfitta­to della quarantena per mettere su massa muscolare». Soprattutt­o Dominguez ha preso dai compagni di squadra, da Gary Medel a da Rodrigo Palacio, i veterani, i sudamerica­ni come lui, quelli che portano addosso i segni della maturità. «Rodri mi ha accolto molto bene, e così Medel. Mi hanno dato un sacco di consigli, cerco di seguirli e di imparare da loro».

INTENSITÀ. È cresciuto, el Principe. Lo ha fatto in fretta e con poche apparizion­i si è guadagnato la stima di tutti. Anche di Sinisa Mihajlovic che quando può, lo schiera. Il prossimo anno Dominguez, c’è da giurarci, sarà uno dei giocatori più importanti del gruppo rossoblù. «Ora l’idea è riposare, voglio rilassarmi un po’». Oggi torna dalla Grecia, è lì in vacanza con la fidanzata. Dovranno fare il tampone. «Nella prossima stagione voglio giocare più partite con il Bologna, pensando sempre alla nazionale». Ogni argentino porta dentro il seme della follia. Per l’albicelest­e, ovviamente. Dagli déi intoccabil­i, Maradona compreso, fino ai ninos che ancora lì giocano per strada. Non è diverso per Dominguez, e se lo chiamano Principe un motivo ci sarà. «Sono un fan di Rosario Central», sorride Nico. A sette anni arrivò al Velez, da lì la trafila in tutte le categorie fino al debutto in prima squadra nel 2017. L'allenatore era Heinze. «Con lui sono cresciuto molto - racconta -, ho imparato tanto. Mi ha dato fiducia e continuità. E’ perché l'ho avuto al Velez che mi sono adattato così rapidament­e al calcio europeo». Lo zampino poi ce l’ha messo Gabriel Raimondi, l’argentino dello staff di Sinisa: «Sì, con lui ho affinato l'intensità».

NAZIONALE. Testa alta, piedi buoni: è tutto lì il credo di Nico. All’esordio in A, contro il Torino, Dominguez fece vedere attimi di brillantez­za. E anche se quella partita la perse, il Bologna ebbe la certezza di aver scovato il talento che cercava. In questo campionato delle interruzio­ni e dei problemi nel club rossoblù Dominguez ha messo insieme 16 presenze. Ancora poco, ma su di lui la società ha scommesso. E lui ha scommesso su Bologna per lanciarsi in nazionale. Nico è stato il partner di Messi nelle ultime chiamate del ct Scaloni con l’Argentina: «Giocare al fianco di Messi è qualcosa di unico. Non lo dimentiche­rò mai. Non gli ho chiesto una foto, sono timido. Però è uno che fa gruppo. Ma non dentro al campo, no. Dentro il campo diventa di un altro pianeta, un alieno».

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