Il Garante dice di sì ai nomi dei furbetti
Possono essere svelate le identità di chi ha preso il bonus anti-Covid
- Può cadere il velo della privacy sui “furbetti del bonus”. L’autorità garante fa sapere all’Inps che i nomi possono essere svelati: non ci sono vincoli di riservatezza che tengano. Nei palazzi della politica in tanti sperano che sia l’Istituto a svelare i nomi dei deputati del bonus: eliminerebbe l’imbarazzo della “caccia” in corso e che fa circolare, non smentiti ma neanche confermati, i profili di “sospettati” come i due deputati leghisti Andrea Dara ed Elena Murelli.
Il Garante della Privacy ha quindi autorizzato la pubblicazione dei nomi dei deputati che hanno ottenuto dall’Inps i 600 euro riservato alle partite Iva in difficoltà per la crisi del Covid. «La privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato», sottolinea, in relazione alla vicenda, il Garante, secondo il quale ciò vale a maggior ragione per chi svolge una “funzione pubblica”. Il Garante aprirà invece un’istruttoria sulla metodologia seguita dall’Inps. Il presidente dell’Ente Tridico nel mirino di opposizione e parte della maggioranza per le indiscrezioni in vista del referendum sul taglio dei parlamentari, ne risponderà quando sarà sentito in Parlamento. La Lega annuncia che sospenderà chi tra i suoi ha chiesto il sussidio. Il governatore del Veneto Zaia va oltre: fa sapere che non ricandiderà consiglieri e assessori che hanno preso i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà per il Covid. Continuano intanto le autodenunce. Il consigliere regionale piemontese del Pd Diego Sarno che ha ricevuto “per errore” il bonus, lo ha versato in beneficienza, e si è autosospeso dal Pd. Federico Broggi, sindaco di Solbiate con Cagno e segretario provinciale di Como del Pd, ha ammesso di avere chiesto i 600 euro Inps e ha annunciato di volerli restituire.