Non ci resta che Conte
E’ difficile accettare un verdetto così duro ed è difficile accettare come questo verdetto è arrivato perché ad un certo punto stavano andando a casa Neymar, Icardi e Mbappé, proprio come Ronaldo qualche giorno fa. I giganti parigini spazzati via da Pasalic, da Gosens, dal piccolo Gomez, come in una favola.
Èdifficile accettare un verdetto così duro ed è difficile accettare come questo verdetto è arrivato perché ad un certo punto stavano andando a casa Neymar, Icardi e Mbappé, proprio come Ronaldo qualche giorno fa. I giganti parigini spazzati via da Pasalic, da Gosens, dal piccolo Gomez, come in una favola. Che è finita in cinque minuti, ma erano gli ultimi e così fa ancora più male. L’Atalanta ha abbandonato la Champions a un passo dalla semifinale ma resta comunque nella storia: era partita perdendo le prime tre partite del girone, è arrivata a domare il Psg fino a quando i fuoriclasse di Tuchel non hanno deciso di mettersi a giocare tutti insieme. E a quel punto sono diventati devastanti e immarcabili. Prima si erano solo esibiti come dei giocolieri al circo: Neymar da solo contro tutti e quanta tenerezza ci ha fatto Icardi, sempre pronto ad aspettare il pallone e sempre condannato a non riceverlo, perché quando la palla finisce sui piedi del brasiliano l’azione inizia e finisce. Ieri sera sempre male (per i francesi), fino all’assist per l’1-1 di Marquinhos. Neymar, in avvio, aveva anche sbagliato due gol clamorosi, uno più facile dell’altro, soprattutto per uno come lui. Ma alla fine è stato decisivo, come Mbappé, che era entrato iniziando una battaglia personale che stava favorendo solo l’Atalanta, ormai aggrappata alla prodezza di Pasalic e a un passo dal sogno di entrare tra le prime quattro d’Europa. I due fuoriclasse del Psg hanno fatto la differenza, negli ultimi dieci minuti, cioè quando si sono messi a giocare per la squadra: a quel punto per gli uomini di Gasperini c’è stato poco da fare, perché hanno sempre perso il confronto diretto con gli avversari, cadendo in inferiorità numerica in tutte le azioni decisive. Ha vinto la qualità, hanno vinto i campioni che guadagnano, messi insieme, più di tutta la squadra nerazzurra, alla quale il calcio italiano dovrà fare i complimenti perché in Champions ha resistito una settimana in più di Juve e Napoli e una vita più dell’Inter, che resta adesso la nostra unica rappresentante nelle coppe. Conte ha la possibilità di vincere l’Europa League, ma era partito - non dimentichiamocelo per contendere lo scudetto alla Juve e per oltrepassare facilmente il girone di Champions grazie a investimenti superiori (di tanto) ai cento milioni. L’Atalanta, invece, aveva costruito con saggezza la sua squadra, spendendo poco e bene: Gasperini, per un anno intero, ha sempre avuto sostituti equivalenti, come valore, ai titolari e per questo alla ripresa del campionato ha recuperato così tanti punti da diventare il rivale di Sarri nella corsa scudetto. Non può essere il gol di Choupo-Moting a cancellare una storia che poteva diventare leggenda.