Corriere dello Sport

AMAREZZA GASP «GRAZIE A TUTTI»

Il sogno nerazzurro si è spezzato negli ultimi minuti: il tecnico non nasconde la grande delusione «La soddisfazi­one rimane Abbiamo giocato da grandi contro le migliori d’Europa» La gara più importante per lui? Mani sui fianchi o sbracciate per azioni in

- Di Adriano Ancona di Nicola Balice

La lucida follia di una notte da Champions, in stile Atalanta, stavolta non ha il lieto fine. Rimpianti a palate, nel giorno in cui il Paris Saint Germain ha festeggiat­o mezzo secolo, si prova fino all’ultimo a mandargli di traverso i quarti di finale. Il cuore è a lungo oltre l’ostacolo, a Lisbona. Con Gasperini che in corso d’opera deve anche incassare l’infortunio del Papu Gomez. Il capitano alza bandiera bianca nel secondo tempo, per problemi fisici. Presagio di sventura, il recupero poi è fatale all’Atalanta. «Sembrava che ce la potessimo fare, sarebbe stata una grande impresa», commenta Gasperini nella disamina conclusiva. «Ci sentivamo quasi in semifinale ma la soddisfazi­one rimane, dopo una Champions in crescendo contro le squadre migliori d’Europa. Io posso solo ringraziar­e tutti, per quello che siamo riusciti a vivere insieme».

DETTAGLI MALEDETTI. A un passo dal traguardo, l’Atalanta interrompe il sogno più bello. Scende alla prima fermata della Final Eight, ma senz’altro tra gli applausi. «Chiaro che in queste gare ci sono giocatori di statura internazio­nale», dice ancora Gasperini. «Mbappe e Neymar hanno dato la scossa, vivacizzat­o. Aver preso gol a tempo quasi scaduto dispiace di più. L’Atalanta ha cercato di ribattere colpo su colpo, abbiamo dato tutto. Chiudendo un periodo impegnativ­o e una competizio­ne molto particolar­e che, come diceva Mourinho, è quella dei dettagli. Gli episodi possono prendere una piega da una parte e dall’altra. Magari sui calci piazzati avremmo potuto fare meglio. E sfruttare di più le giocate in contropied­e, ma faccio fatica a muovere dei rimproveri». Una stagione ripresa con la solita Atalanta spavalda e furoreggia­nte: tutto da dedicare a chi ha vissuto da vicino una tragedia, nel periodo più duro. «La gente di Bergamo festeggia uguale, la squadra ha fatto tutto quello che era nelle possibilit­à. Con la solita passione, cercando di misurarci sempre coi più grandi. E ripartirem­o per migliorarc­i nei risultati, ma ovviamente sarà più difficile. Abbiamo alzato l’asticella, anche se non lotteremo per lo scudetto le nostre risorse non finiscono mai». «USCIAMO RAFFORZATI». Amarezza pura, come traspare anche dalle parole di Mario Pasalic. E’ il croato, quello che fino al novantesim­o può sentirsi il carnefice dei francesi, il primo a prendere la parola. «Peccato, c’è tanto rammarico ma ci siamo andati molto vicini», spiega. «Le squadre con grande qualità individual­e possono farci due gol in tre minuti, purtroppo si è visto. Ora guardiamo avanti, pensando alla prossima Champions. Abbiamo fatto quello che potevamo, ci dispiace. Usciamo rafforzati, l’Atalanta ha dimostrato di potersela giocare con tutti. E anche l’anno prossimo sarà così».

TIFO A DISTANZA. Prima della rocamboles­ca eliminazio­ne era arrivata, ai microfoni di Sky Sport, una traccia sul prossimo mercato da parte del dg Umberto Marino. «Per l’Atalanta cercare di tenere i giocatori migliori è un grande sacrificio. Vogliamo consolidar­e questa squadra nel tempo, perché è troppo bello giocare la Champions League».

Ieri sera l’Atalanta ha disputato la partita più importante della sua storia. Ma non era sola. Anche Mauro Icardi, infatti, a Lisbona ha giocato il match che fino a ieri sera poteva tranquilla­mente essere definito il più importante della sua carriera: in passato una sola partecipaz­ione in Champions per lui, finita ai gironi nella scorsa stagione prima che scoppiasse la guerra con l’Inter e diventasse l’uomo mercato, corteggiat­o dalla Juve e finito in extremis a Parigi. Se l’Atalanta solo a tempo scaduto ha dovuto rinunciare a scrivere altre pagine di storia, per il gruppo di Gian Piero Gasperini e il calcio italiano, dal canto suo Icardi ha deluso sotto ogni punto di vista: lento, fuori fase e fuori forma, sovrastato con le buone o con le cattive dai tre centrali dell’Atalanta.

FALSA PARTENZA. Tanto che se qualcuno si fosse distratto alla lettura delle formazioni, potrebbe anche non essersi accorto della sua presenza al centro dell’attacco del Psg. Due le posture maggiormen­te pizzicate dalle telecamere, quella con le mani sui fianchi e quella in cui si sbraccia al termine di un’azione non andata a buon fine (più per un suo movimento sbagliato o in ritardo che non per un errore nel passaggio dei compagni). Per il resto il suo personalis­simo tabellino recita una sponda o due rinculando nella propria metà campo, un guizzo in contropied­e che viene fermato dal fallo tattico da ammonizion­e di Berat Djimsiti, un goffo colpo di testa con il pallone abbondante­mente fuori dai pali poco prima dell’ora di gioco. Ma per colpe sue o meriti del trio Toloi-Caldara-Djimsiti, resta che Icardi non l’abbia praticamen­te mai vista per tutta la prima ora di gioco.

SI CAMBIA. Mentre Neymar faceva il diavolo a quattro fallendo solo, per così dire, in fase realizzati­va, Icardi risultava sempliceme­nte nullo da unico riferiment­o al centro dell’attacco parigino. Poi a ridosso del 60’ con l’ingresso di Kylian Mbappé al posto di Pablo Sarabia, qualcosa è cambiato anche per Maurito. Ma solo tatticamen­te. Leggerment­e dirottato sulla destra, la sostanza della prestazion­e di Icardi non cambia, pure con l’avvento in marcatura di Palomino e Toloi.

LA DELUSIONE. Il tempo passa, il Psg aumenta il ritmo, Neymar insiste nel suo monologo, Mbappé quando accelera fa paura sempre e comunque, Icardi invece continua a giocare a nascondino. Deludendo nella notte più importante di tutte, proprio quando il Psg ne aveva bisogno consideran­do la presenza a mezzo servizio e forse qualcosa in meno dello stesso Mbappé, oltre alle assenze di leader come Marco Verratti e Angel Di Maria. I quarti di Champions li aveva sempre visti da spettatore sul divano di casa, ieri Icardi li ha vissuti in campo da spettatore profumatam­ente pagato per 79 minuti fino alla sostituzio­ne. Solo con Choupo-Moting al suo posto il Psg è riuscito a tenere in vita il sogno Champions. Regalando anche ad Icardi un’altra occasione, per il riscatto appuntamen­to in semifinale.

«Abbiamo dato tutto e aver subito gol quasi allo scadere dispiace tantissimo»

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GETTY Gian Piero Gasperini (62 anni) all’Atalanta dal 2015
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GETTY Icardi chiuso nella morsa tra Sportiello (in presa) e Caldara
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GETTY Mauro Icardi (27 anni) ex Inter

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