Corriere dello Sport

SERIAL WINNER CONTE PUNTA SU SE STESSO

La definizion­e l’aveva data lui stesso due anni fa: ora non vuole smentirsi

- di Andrea Ramazzotti

Dal Siena promosso al Chelsea: Nazionale a parte, in 6 stagioni con i club ha sempre trionfato Adesso ecco l’Europa League e il sogno della sua prima Inter

Il “vincitore seriale” (sua autodefini­zione del 19 maggio 2018 dopo aver sollevato l’FA Cup) si è garantito un’altra opportunit­à per confermare la sua nomea. Lo scatto con il quale l’Inter in 5 giorni ha battuto prima il Getafe e poi il Bayer Leverkusen ha consegnato ad Antonio Conte sia la semifinale di lunedì contro lo Shakhtar Donetsk sia la possibilit­à di rispettare la tradizione che lo vede chiudere con un trofeo in mano la prima stagione in un nuovo club. In questo caldo agosto non è certo in discussion­e il suo valore come tecnico, che resterà indubbio a livello mondiale indipenden­temente dal finale dell’avventura nelle Final Eight, ma l’epilogo dell’Europa League in terra tedesca può ulteriorme­nte appiccicar­e addosso a Conte l’etichetta di “vincitore seriale” che si è in parte staccata dopo le eliminazio­ni dalla Champions e dalla Coppa Italia, ma anche dopo la mancata rincorsa scudetto nel post lockdown.

CHE TRADIZIONE. Guardando la sua carriera da allenatore (ma anche quella da giocatore...) la definizion­e di “vincitore seriale” per Conte è decisament­e appropriat­a. Con la scarpette ai piedi, alla Juventus è rimasto solo 4 stagioni su 12 senza trofei, mentre nella sua seconda vita nel calcio l’ultima annata negativa è stata quella della breve esperienza all’Atalanta, nel 200910, dove peraltro era arrivato in corsa senza riuscire a legare con capitan Doni e con l’ambiente. Da lì in poi ha centrato la promozione in A con il Siena (201011), bissando l’impresa che gli era già riuscita al Bari (2008-09), ha vinto tre scudetti in fila alla Juventus (2011-12, 2012-13 e 2013-14), più un paio di Supercoppe italiane (2012 e 2013), e, concluso il positivo biennio con la Nazionale (qualificaz­ione per gli Europei e poi discreto piazzament­o, con eliminazio­ne ai quarti dopo i rigori contro la Germania), ha trionfato pure al Chelsea mettendo in bacheca una Premier League (2016-17) e una FA Cup (2017-18). Escludendo l’avventura sulla panchina azzurra, il totale è di 6 stagione filate con almeno un obiettivo centrato. E il tassametro corre ancora...

MERITI E ATTACCHI. Al di là delle intempesti­ve stilettate a una dirigenza che ha grandissim­i meriti per aver saputo costruire nel corso degli anni un’Inter assai futuribile grazie a operazioni intelligen­ti e di prospettiv­a, Conte sul campo ha confermato di essere un grande allenatore sia per come ha migliorato il rendimento di tanti singoli (Martinez, Lukaku, Bastoni e Barella sono solo alcuni esempi) sia per l’organizzaz­ione che ha dato al gruppo. Se la difesa nelle ultime 6 gare ha subìto una sola rete, non è certo frutto del caso, ma del lavoro di tutti i reparti in fase di non possesso, di movimenti “codificati” che tutti sanno mettere in pratica. L’Inter di questo finale di stagione è una formazione compatta, con un gioco fluido e un discreto coraggio nella fase di pressing. Una tipica squadra... di Conte. Alzare un altro trofeo per lui farebbe scattare uno dei bonus previsti nel suo ricco contratto e gli permettere­bbe di affrontare con un altro clima il discorso sul futuro. Indipenden­temente da come finirà questa stagione, infatti, con il presidente Zhang ci sarà un chiariment­o perché a Nanchino le accuse di una società «debole» mosse dal tecnico non sono piaciute e per Suning sarà vietato ripeterle in pubblico. Pena il licenziame­nto per giusta causa che sarebbe possibile già adesso, dopo le frasi di Bergamo. La proprietà vuole andare avanti con Antonio, ma solo se quest’ultimo sarà convinto di farlo e capirà che non potrà né avere un altro mercato da 180 milioni di euro, come quello del 2019-20, né decidere ogni cosa. Per quello ci sono dirigenti di esperienza e dall’indubbio valore come Marotta, Antonello, Ausilio e Baccin.

C’è la semifinale e la possibilit­à di confermare la sua serie positiva

Con lui crescono i singoli e il gruppo Però Zhang vorrà chiarire le sue frasi

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Antonio Conte (51 anni) sta chiudendo la sua prima stagione sulla panchina dell’Inter

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