Immobile torna a casa «Con gli assist di Silva tanti gol e lo scudetto»
«Mi rivedo bambino a giocare e ora ho vinto la Scarpa d’oro Ai giovani dico: servono sacrifici»
Qui è dove tutto cominciò e c’erano i sogni d’un bambino, tra la polvere e il cemento, che ora sembrano brillare d’oro. Qui è un angolo indimenticabile del vissuto, l’infanzia che sa di favole da raccontarsi, e un panorama interminabile nel quale catapultarsi. «E per me restano ricordi meravigliosi. Torre Annunziata mi è dentro, non me ne stacco mai, e quando mi capita di fermarmi a pensare, mi passano davanti agli occhi le immagini di quel tempo, io e mio fratello che giocavamo e mamma e papà che ci stavamo intorno, ci guardavano, ci controllavano, ci educavano, ci trasmettevano i loro valori che mi sono portato dentro e che custodisco con me».
Qui c’è la vita, è piena di sentimenti, e il calore d’una città che spalanca le porte del Comune per dirgli grazie, ma non trentasei volte, però in punta di piedi, mentre Immobile (mascherato) osserva Antonio, il suo papà, che commosso se ne sta distante dal suo piccolo, grande eroe. «Ancora non mi sembra vero e però è successo e sono fiero di me. Lo dico ai miei bambini, lo dico a tutti i giovani: dietro ogni successo, qualunque esso sia, si nascondo sacrifici, ci vuole impegno costante». E una dose di umiltà, che leggendo in quegli occhi azzurri, sgorga come acqua fresca: «Ringrazio il Sindaco, Vincenzo Ascione, voi che siete qui nonostante il pericolo virus. Mi sarebbe piaciuto festeggiare senza limitazioni, ma dobbiamo prendere atto di quel che stiamo vivendo e fronteggiare il pericolo».
L'APPLAUSO. E’ un’altra giornata che gli appartiene, com’è giusto che sia, e stavolta ci sono i fotogrammi dell’infanzia che si intrecciano con questa gigantesca impresa con la Lazio, che mescola le emozioni per le celebrazioni che Torre Annunziata gli riserva, in numero (obbligatoriamente) limitato ma con un affetto (inevitabilmente) illimitato. «E’ stato tutto incredibile e la Scarpa d’oro mi fa venire i brividi, come la vostra accoglienza. Però sono già pronto ad altro: a riprovarci per lo scudetto, a gustarmi la Champion e poi l’Europeo, a vedere con David Silva, che sembra stia arrivando, cosa succederà. Ci saranno altri assist per me, dopo quelli che mi garantiscono Milinkovic-Savic, Correa e Luis Alberto e dunque». E bisognerà tuffarsi in quell’orizzonte magico che ora la avvolge, con questa Lazio che gli apparterrà per sempre: «Certo, c’è il record di Silvio Piola, ma ci vado cauto. Sto per firmare, altri quattro anni con la Lazio mi offriranno la possibilità di farcela, spero. E anche questo mi sembra qualcosa di enorme. La mia vita finirà con la maglia della Lazio». Ed era cominciata proprio da qui, dove ora tutto sa di lui.
«Il record di Piola? Avrò quattro anni ancora per provare a batterlo...»