Lezione per tutte le grandi
Adesso abbiamo almeno un esempio. L’Atalanta ha tracciato una strada che le grandi non conoscono, ma che forse, da ora in poi, dovranno iniziare a frequentare. E’ la strada delle idee, pochi investimenti e con un ristrettissimo margine di errore, un allenatore al centro del programma, una totale disponibilità dei giocatori a seguirlo, imparando, cambiando, sforzando la mente per entrare in una nuova dimensione. La Juve ha acquistato Ronaldo per vincere la Champions e l’ha fallita due volte, prendendo due legnate storiche. L’ingaggio di Cristiano rischia di far saltare il banco, ma per assecondare il suo campione la Juve ha forzato Sarri, lo ha costretto a cambiare il suo modo di pensare (ovviamente Sarri, non essendo un ragazzo, ma un uomo dotato di personalità e intelligenza, poteva tranquillamente opporsi e non lo ha fatto), piegando il suo calcio alle esigenze di una squadra che aveva bisogno di tutt’altro. Ecco, questo è il peccato originale che l’Atalanta non commetterà mai.
Non si possono fare paragoni, la storia parla di due club che non hanno punti in comune. E lo stesso si deve dire fra l’Atalanta e l’Inter, fra l’Atalanta e il Milan. Eppure i risultati e l’impatto che la squadra di Gasperini ha avuto sull’Europa, così come l’anno prima era stato per l’Ajax e nelle stagioni precedenti per il Borussia Dortmund e il Porto, devono spingere le italiane a una riflessione. L’Atalanta è uscita ai quarti fra gli applausi del continente, la Juve agli ottavi con la testa china, pure il Napoli ha abbandonato agli ottavi, mentre l’Inter aveva anticipato le italiane lasciando la Champions alla fine del girone. Ci sono segnali nuovi (e vedremo in futuro se è solo un caso) in Europa, con l’Atalanta e il Lione, più che col Lipsia, segnali da cogliere in una stagione che sta nascendo compressa, con un mercato stressato e impoverito dal Covid, dove la parola d’ordine di tutti, grandi comprese, è “vendere”.
Servono idee, servono spunti, in qualche caso si dovrà cambiare orientamento. Se non ci sono soldi, sia l’ingegno a sostituire il budget. E’ chiaro, sono preziosi anche i grandi giocatori, l’Atalanta ne ha alcuni di spessore, come Gomez, Zapata, Muriel e Ilicic, la cui assenza ha pesato non poco, ma la loro produzione individuale va a integrarsi con la produzione di tutta la squadra. Tocca alle società capire, studiare e rinnovarsi, concedendo quel tempo che davanti al denaro perde di significato, ma ora che di denaro ce n’è poco diventa fondamentale. Vendere e crescere, ci riusciranno le nostre grandi squadre?