Domenech: Bravi “Gasparini” e gli italiani...
Che Raymond Domenech non fosse un fenomeno di simpatia lo sapevano pure le pietre. Le convocazioni fatte in base all’oroscopo e ai segni zodiacali dei calciatori, il caso Anelka e l’ammutinamento della sua Francia a Sudafrica 2010 sono solo alcune delle bizzarre pagine della sua carriera da commissario tecnico.
Il tweet pubblicato dopo Atalanta-Paris Saint-Germain dall’ex selezionatore della Francia, al quale forse e giustamente brucia ancora il 2006 e quel rigore di Fabio Grosso a Berlino, è l’ennesima conferma della “singolarità” del personaggio, che prima di diventare presidente dell’Assoallenatori francese si era dato anche alla nobile arte del teatro. «Bravo al Psg per questa grande emozione - ha scritto - e grazie a Gasparini (sì, Gasparini, ndr) per i suoi cambi a fine partita. Ciò dimostra come la leggenda degli allenatori italiani grandi tattici stavolta sia rimasta solo una leggenda. Tuchel ha fatto meglio». Una provocazione, oltre che il refuso o l’errore voluto sul cognome di Gasperini, che sfiorano i nervi e rasentano il ridicolo. Non sono mancati, sotto al suo tweet, commenti di ogni genere, molti dei quali in italiano: un mix tra insulti e raffinate citazioni a ricordargli che il pulpito da cui è partita la predica non fosse proprio tra i più prestigiosi.
FUORI DAL VASO. Poi c’è chi come Renzo Ulivieri, per usare un mezzo francesismo, ha mantenuto un certo aplomb nella risposta al suo collega transalpino: «Come si dice dalle mie parti, l’ha fatta un po’ fuori dal vaso. Domenech lo conosco anche per motivi sindacali e mi dicono che neanche nella sua Francia sia molto amato» ha spiegato a Radio Kiss Kiss il presidente dell’Assoallenatori. Le questioni tattiche tirate in ballo dal francese non stanno in piedi, secondo Ulivieri: «Quella di mercoledì è una partita dalla lettura facile - ha poi detto a LaPresse -. Una squadra che cala fisicamente come l'Atalanta e che davanti a grandi calciatori come quelli del Psg va in difficoltà. E' un’analisi talmente semplice che a Coverciano, al corso per diventare allenatori, non ne parliamo neanche. Se vuole venire lui a fare un seminario sulle sostituzioni, è il benvenuto, ma forse si è dimenticato di Marcello Lippi e del Mondiale del 2006. All’estero gli altri allenatori stanno migliorando, ma dal punto di vista della lettura della gara noi italiani siamo ancora avanti». Quella di Domenech, comunque, non è la prima provocazione nei confronti di un tecnico italiano: già nel 2017 lanciò una frecciata a Claudio Ranieri, quando allenava il Nantes, reo secondo il francese di aver messo due pullman davanti alla porta per difendersi contro il Psg, che vinse comunque 4-1. Epica fu la risposta: «Da Domenech non accetto ironie, visto che è il nostro referente sindacale. Se parla di pullman, o magari di teatro, allora lo ascolto». Chapeau.
Sarcastica risposta di Ulivieri: «In effetti all’estero i tecnici stanno migliorando»