Il senso perenne di provvisorietà non aiuta l’auto
È stato detto più volte, il problema centrale per la mobilità in Italia è l’anzianità del parco. Su 38 milioni di vetture circolanti il 60% sono oltre i dieci anni. L’evoluzione tecnologica è stata così accelerata in quest’ultimo periodo, che la differenza tra una vettura di 10/15 anni fa e una attuale è notevole per emissioni, sicurezza, qualità e affidabilità. In definitiva, se veramente si vuole migliorare il livello di emissioni inquinanti totali e il livello di sicurezza stradale primaria, bisogna sostituire le vetture vecchie con le nuove. Il Governo non condivide veramente questo obiettivo ed emana provvedimenti demagogici e sostanzialmente inutili. Più volte è stato osservato che l’offerta di auto elettriche per il momento è molto limitata e la loro vendita rappresenta poco più dell’1% del mercato. Inoltre, i punti di ricarica sono pochissimi e in ogni caso insufficienti a supportare una circolazione fluida delle poche elettriche in esercizio. L’offerta di vetture ibride è in aumento, idem le vendite in crescita del doppio rispetto al 2019 in termini di quota di mercato. Incentivare auto ibride è corretto e auspicabile: per questo tipo di mobilità ovviamente non esiste il problema della ricarica perché utilizzano i carburanti tradizionali, ed è ipotizzabile che le ibride plug-in abbiano dei punti di ricarica nelle abitazioni. La realtà del mercato, ed è bene che i governanti acquisiscano questo dato, è che i consumatori continuano a comperare in grandissima maggioranza vetture benzina e Diesel. Peraltro. le vetture di ultimissima generazione sono molto meno inquinanti di quelle vecchie circolanti. Il quadro è così per tutti, meno che per il Governo Italiano. Su questa base i provvedimenti a favore di una ripresa del mercato sono chiari. Bisogna strutturare un programma strategico di medio termine intervenendo su tre direttrici. Primo, avviare la costruzione di migliaia di punti di ricarica e programmare fabbriche di produzione di batterie. Secondo, incentivare l’acquisto di auto nuove ma senza tornare a penalizzare il Diesel. Tanto la produzione di elettriche, per il momento, è numericamente insufficiente. Terzo, rivedere finalmente la politica fiscale per la deducibilità dei costi per società, ditte individuali e partite IVA. Per questo programma ci vogliono disponibilità economiche adeguate, come in Francia e Germania, e non cifre insignificanti che hanno il sapore del provvisorio.