SEAT LEON MILD HYBRID DIVERTIMENTO GIOVANE
Sorprende la versione 1.5 eTFSI DSG della quarta generazione della compatta spagnola Motore 1.5 turbo-benzina da 150 cv, l’elettrico da 12 cv: agile, fluida, confortevole e molto tecnologica
Giovane lo è sempre stata, bella lo è diventata, quanto all’essere possibile, beh, ha davvero tutto per affascinare e appassionare le nuove generazioni che ancora coltivano il piacere di guidare un’automobile. E di piacere, alla guida della nuova Seat Leon eTSI FR con l’aiutino del mild hybrid da 48V, se ne prova in quantità industriale. Divertimento allo stato puro, per una compatta che evidenzia il denominatore comune, la piattaforma condivisa del Gruppo VW che dà alla luce anche alla Golf e all’Audi A3 Sportback, ma poi ci mette del suo per “sgomitare” tra una simile parentela e guadagnarsi un posto al... sole. Già, ad esempio, quei 4 cm in più di passo rispetto alle cugine (2,69 contro 2,65 m) non regalano solo spazio, ma anche un assetto e un’agilità in marcia sorprendente, soprattutto nelle curve veloci dove il telaio più rigido svolge in pieno il suo ruolo.
Ma è tutto il pacchetto Seat Leon a rendere questa FR eTSI con cambio automatico DSG robotizzato, a sette rapporti e a doppia frizione - una sorta di levetta con tre posizioni, al posto del cambio vero e proprio - una sorpresa costante. L’1.5 turbo benzina con i suoi 150 cavalli e i 250 Nm di coppia (da 1.500 giri) spinge che è una bellezza con una fluidità davvero rara, mentre il sistema mild hybrid (da 12 cv, con collegamento a cinghia e batteria agli ioni di litio sotto il sedile del passeggero anteriore) recupera energia in frenata e decelerazione. Se gli 8”4 dichiarati nello zerocentro sono molto realistici molto è dovuto alla grande ripresa della vettura dove è il motorino elettrico a farsi sentire, fin quasi a regalare alla vettura un dimensione non proprio da corsa, ma qualcosa che gli somiglia molto. Tutto in un ambiente decisamente molto confortevole, a cominciare dall’insonorizzazione.
Al resto pensa il design di questa quarta generazione di Seat Leon, tra fiancate muscolari e nervose e la mascherina frontale più prominente, per una sensazione complessiva di sportività e dinamismo sportivo, reso ancora più evidente dal posteriore con uno spoilerino che fa molto ...Alfa. La firma led luminosa posteriore, con la linea continua, continua la serie di “chicche” per appassionati e trova la sua declinazione negli interni con la linea luminosa che percorre tutto il cruscotto per finire nelle portiere. E tutto il corredo rende onore all’era tecnologica che viviamo, con plancia digitale, clima automatico, avviamento senza chiave, cruise control e sistema di differenziale elettronico. Senza dimenticare gli ADAS, dal front assist con sistema di frenata di emergenza e rilevamento pedoni e ciclisti, lane assist, sistema di rilevamento stanchezza, la chiamata di emergenza (tutto di serie dalla base, compresi i cerchi in lega da 16”). La macchina in prova aveva schermo da 10” per l’impianto multimediale e quello da 10,3” per il cruscotto e può contare anche sul monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori che al sopraggiungere di un veicolo, lampeggia. Sempre in tema di tendenze, la portiera saluta proiettando “Hola!”, mentre il sistema di riconoscimento vocale si attiva con “Hola, Hola”.
In autunno arriverà la top di gamma, l’ibrida plug-in da 204 cv con 60 km di autonomia in elettrico che completerà il parco motorizzazioni già arricchito dalle versioni a benzina, Diesel, mild hybrid e metano. Come listino, si parte dai 19.500 euro dalla versione Style, la FR con il mild hybrid arriva a 29.300. Giovane, bella, possibile e con tante sorelle. Mica gratis!