CORRIDORI IN RIVOLTA «SERVE SICUREZZA!»
Il terribile incidente al Lombardia è solo l’ultimo di una serie spaventosa L’associazione pro’: «C’è bisogno di una revisione dei regolamenti e di sanzioni per gli organizzatori»
Un Ferragosto infernale e più d’una tragedia sfiorata. Ancora una volta. Il ciclismo continua a scherzare con il fato, perseguitato da un problema sicurezza che non conosce soluzioni, ma si nasconde infido dietro ogni curva, ogni spazio ristretto, a velocità spericolate.
Il giorno dopo Ferragosto si contano i feriti, tra una drammaticità spettacolare e la consapevolezza che poteva finire molto peggio. Al Lombardia, in discesa dalla Colma di Sormano, Remco Evenepoel è precipitato nel vuoto per una decina di metri, chiudendo anzitempo la stagione con la frattura del bacino e una contusione al polmone destro.
Sempre in discesa, verso l’arrivo di Como, il tedesco Schachmann si è visto tagliare la strada in curva da un’auto privata, entrata chissà come sul percorso. Nonostante la caduta è arrivato settimo, per poi incassare la frattura della clavicola e la rinuncia forzata al Tour.
La quarta tappa ha invece fatto piazza pulita al Giro del Delfinato, dove un capitombolo ha costretto al ritiro Buchmann, Muhlberger, Kruijswijk e soprattutto il dominatore della generale Primoz Roglic, per il quale la Jumbo-Visma ha fatto sapere che «l’evoluzione delle ferite determinerà i piani per le prossime gare».
PAURA. Il grande ciclismo è tornato in strada da nemmeno tre settimane, ma ora si ritrova a fare i conti con ritiri eccellenti e cadute spaventose, come già era accaduto al Giro di Polonia e al malcapitato Fabio Jakobsen, scaraventato a 80 all’ora su transenne poi diventate proiettili.
Tanti, troppi rischi per uno sport che un prezzo altissimo non ha mai smesso di pagarlo, nonostante i reiterati appelli degli stessi corridori.
L’ultima rimostranza risale a ieri, in occasione dell’ultima frazione del Delfinato: i ciclisti, insieme all'associazione mondiale professionisti (Cpa), hanno chiesto di neutralizzare i primi 10 km di discesa della quinta tappa, per la pericolosità del percorso della quarta frazione. «I corridori lanciano un segnale di protesta agli organizzatori e all'Uci - si legge in una nota -, chiedendo più attenzione alla sicurezza. È necessaria una tavola rotonda per la revisione dei regolamenti, le sanzioni per gli organizzatori e per consentire lo svolgimento delle corse in massima sicurezza».
Richard Plugge, team manager della Jumbo-Visma, è andato oltre: «Non possiamo continuare a esporre i nostri ragazzi a pericoli evitabili. Ora basta, non abbiamo più fiducia nei controlli organizzati dall'Uci. Serve una società esterna che garantisca sui percorsi, speriamo già dalla prossima stagione».
DEFERIMENTO. Per il Suv entrato in corsa al Giro di Lombardia l’Uci ha annunciato un possibile deferimento alla commissione disciplinare per Rcs Sport, organizzatore dell’evento, mentre la discesa dal Muro di Sormano che ha sbalzato via Evenepoel, già nell’ottobre 2017 aveva fatto temere il peggio per Laurens De Plus, finito oltre il guardrail a tutta velocità, senza riportare gravi conseguenze.
Vista la dinamica dell’incidente al talento belga è andata bene, l’ospedale Sant'Anna di Como ha chiarito che «è stazionario, i parametri vitali sono buoni» e a breve potrebbe essere organizzato il rientro in Belgio. Il corridore ventenne non ha mai perso conoscenza, il suo casco riportava un grosso buco nella parte centrale e la sua squadra, la Deceuninck-Quick Step, è la stessa di Fabio Jakobsen, finito in coma farmacologico in Polonia. «È vivo ed è andata bene, il bacino ha ceduto perché è caduto praticamente in piedi ha dichiarato il team manager Patrick Lefevere - vedremo se dovrà operarsi una volta tornato in Belgio». La stella più luminosa, chissà per quanto, si ferma ai box.
Per Evenepoel, precipitato da un ponte per 10 metri, rottura del bacino