L’offerta di DeLa: Cambiamo il calcio
ANCHE COMMISSO MOLTO INCURIOSITO DALLA NUOVA PROPRIETÀ
L’arrivo di Dan Friedkin nel calcio italiano ha già una piccola schiera di presidenti entusiasti. Due, soprattutto: Aurelio De Laurentiis e Rocco Commisso.
L’arrivo di Dan Friedkin nel calcio italiano ha già una piccola schiera di presidenti entusiasti. Due, soprattutto: Aurelio De Laurentiis e Rocco Commisso. Il primo ha inviato un messaggio di benvenuto su Twitter in italiano e in inglese. «Sono certo - ha scritto il presidente del Napoli - che, anche tu come noi, voglia dare un importante contributo per trasformare il sistema calcio in Italia portandolo a diventare, sempre di più, un’industria che sia un mix di sport e intrattenimento». Il proprietario della Fiorentina non ha inviato messaggi ufficiali, ma non ne aveva bisogno: attraverso lo studio legale Chiomenti, tra l’italoamericano e il texano-californiano c’è già da mesi un rapporto. I due presidenti hanno avuto l’assistenza degli stessi legali, seppure protagonisti di trattative opposte: quella per l’acquisto della Fiorentina si è realizzato in due settimane, quello della Roma in otto mesi. Ma il figlio di Friedkin, Ryan, aveva già chiesto pareri agli italoamericani e ad amici comuni. A New York descrivono un Commisso «molto incuriosito» dall’arrivo di Friedkin, soprattutto perché può rappresentare un partner nella crociata per cambiare il dna del calcio italiano, rendendo il brand più internazionale, aperto ai mercati, in cui l’inglese diventi più che una seconda lingua. Le battaglie sono comuni a tutti e tre: un nuovo stadio, i diritti tv, la sfida al dominio Juve. Ma Friedkin, rispetto a De Laurentiis e Commisso, oltre a essere più giovane, ha due carte in più: è diventato protagonista in vari campi, dal cinema alla vendita di automobili, dal resort all’ambientalismo, è produttore, regista, attore, e in ogni campo sembra guidato da una mano santa. In più, Friedkin appare più freddo nella gestione: ha portato avanti la trattativa con Jim Pallotta chiudendo alle sue condizioni, sembra deciso ad affidare il progetto sportivo della Roma a una management di livello internazionale. Tutti e tre vogliono vincere, tutti e tre non vogliono buttare via i soldi, ma De Laurentiis e Commisso tendono a fidarsi solo di loro stessi, Friedkin si affida a chi è competente sul campo. Insieme, potrebbero dare una nuova spinta al cambiamento, quello di cui parlammo mesi fa, raccontando di un piano delle proprietà straniere.
ALTRI PRONTI. Un progetto che potrebbe essere solo all’inizio: negli Stati Uniti ci sono almeno un’altra decina di gruppi americani decisi a investire nel calcio italiano. Il successo di Friedkin toglierebbe l’ultimo dubbio. Le occasioni non mancano. Come diceva, un anno fa, un broker sportivo di Wall Street, in «serie A tutte le squadre sono sul mercato, tranne la Juve». Non è proprio così, ma almeno una decina probabilmente sì.
Negli Stati Uniti una decina di gruppi pronti a investire nella A