BARÇA ALL’ARIA MESSI ASPETTA
Il club licenzia Setién: in panchina sta arrivando Koeman La dirigenza annuncia «cambiamenti profondi» Tra le soluzioni, riportare Neymar per blindare Leo
Silenzio. È l’arma che esercita la maggior pressione possibile, specie se ci si si confronta con un interlocutore debole. Sempre più debole, come è in questo momento il presidente uscente Josep Maria Bartomeu. E così, mentre nel quartier generale del Barça si continuano a cercare soluzioni per l’immediato, invece di ragionare su un progetto più lungimirante, Leo Messi solennemente tace, blindato nel suo ritiro sui Pirenei, insieme ai fidi Jordi Alba, Luis Suarez e alle rispettive famiglie. Alla terza, cocente delusione continentale, dopo quella dell’Olimpico di Roma a cui è seguita quella di Anfield contro il Liverpool, fino alla “sconfitta più umiliante di sempre", com’è stato ribattezzato da queste parti l’inappellabile 8-2 incassato contro il Bayern, con un club sconquassato dallo scandalo social e impoverito da una serie di operazioni sconclusionate - 300 milioni abbondanti solo per Coutinho e Dembelé - a cui si è aggiunto il problema Covid-19 che rende ancor più complicato il mercato di rafforzamento, Leo sceglie ancora una volta di ritirarsi insieme agli amici più cari, le persone con cui ama condividere la sua vita ovattata e la sua carriera sportiva. Ma l’attesa non potrà durare ancora a lungo e se il Barça pretende una risposta esplicita da parte del diretto interessato sulle voci che lo vogliono lontano dalla Catalogna, qualche segnale concreto di un drastico cambiamento deve arrivare. E pure in fretta.
SCELTE SCONTATE. Dalla riunione della giunta direttiva che si è celebrata ieri, intanto, arrivano decisioni scontate fino alla banalità. Mentre 8 dei 14 elementi della giunta accorsi nella sede del Camp Nou si barcamenavano sul da farsi, stuzzicando un po’ di sushi, il più che traballante direttore sportivo Eric Abidal confermava a Quique Setién che la sua avventura in blaugrana era già giunta al capolinea. Decisione, poi, resa pubblica a ora di cena, mentre appare vicino l’annuncio di Ronald Koeman, il ct dell’Olanda. Attraverso uno scarno comunicato stampa, è stata diffusa anche la temuta notizia che le elezioni presidenziali non saranno anticipate, ma verranno celebrate nei tempi fissati e più precisamente “nel primo giorno, successivo al 15 marzo del 2021, in cui sarà prevista una gara interna del Barça”. Che tradotto significa che l’attuale dirigenza si occuperà anche quest’estate, della campagna di rafforzamento, che visto dall’ottica di Messi, potrebbe risolversi in un altro anno perso. Il club, poi, ha promesso “cambiamenti profondi”, per rilanciare “la situazione sportiva ed economica del club”.
NUOVE AMBIZIONI. La promessa, però, deve essere seguita da segnali importanti. In caso contrario, Leo si farà sentire. La mossa più gradita sarebbe il ritorno di Neymar, che sarebbe letto come una virata importantissima nell’ottica di una rinascita blaugrana. Si starebbe ragionando su Griezmann più 60 milioni al Paris Saint Germain. Un’operazione di questo tipo, spegnerebbe in un batter d’occhio i timori di una reale fuga della Pulce, annunciata dal giornalista brasiliano Marcelo Bechler, che domenica ha parlato di un Messi deciso a lasciare immediatamente il Barça. Al di là dell’amore incondizionato per la città di Barcellona da parte di Messi e famiglia, c’è un Bartomeu che non vuol essere ricordato come il presidente che ha lasciato fuggire Messi. L’argentino, fino alla prossima estate, è legato da un contratto che prevede una clausola da 700 milioni e la postilla che gli permetteva di anticipare l’adios, prevedeva un avviso entro l’inizio dello scorso giugno. E poi ci sarebbe anche da trovare un club capace almeno di confermare a Leo il megastipendio da 48 milioni netti a stagione. Più facile, ancora una volta, portargli un allenatore di suo gradimento, come pare essere Ronald Koeman, considerato molto vicino, e circondarlo di compagni capaci di garantire una squadra nuovamente competitiva.
L’elezione dei vertici solo a primavera: ora Bartomeu deve dare segnali forti