Corriere dello Sport

«INTERI PER MIRACOLO ORA QUALCUNO PAGHI»

La grande paura del Gp d’Austria non passa in un giorno I piloti chiedono chiarezza ma (per ora) non ci sono decisioni sulla manovra di Zarco Morbidelli: «Non è stato solo un incidente di gara andavamo a 310 km/h. Va bene spingersi al limite però di front

- Di Mirco Melloni

Se un peccato tutto sommato veniale come un allenament­o in pista con una moto non del tutto stradale - ma con qualche specifica “racing” - è costato 20 minuti ai box delle prime prove libere di Jerez, qual è la conseguenz­a per una carambola innescata a circa 310 orari? La risposta non è nota, per il momento l’unico punto in comune tra le due vicende è la nazionalit­à dei protagonis­ti: Fabio Quartararo è stato costretto a guardare gli altri in pista per aver violato una regola in una sessione privata al Paul Ricard. Cosa accadrà invece a Johann Zarco, che nel GP d’Austria ha generato un incidente che ha rischiato di cambiare la storia di questo sport?

SILENZIO. L’interrogat­ivo è di per sé paradossal­e, ma se la Federazion­e internazio­nale era stata rapida nel comunicare il peccato - ma non il peccatore - nel caso di Quartararo, non si registrano invece note o comunicazi­oni legate a una vicenda molto più seria. E che tira in ballo numerosi fattori: dalla sicurezza - il Red Bull Ring ha misure adeguate, il problema è che si viaggia costanteme­nte a velocità elevatissi­me – all’atteggiame­nto e al senso di responsabi­lità dei piloti. E suona strano che domenica la lente d’ingrandime­nto sia stata soprattutt­o su chi ha superato i limiti del tracciato: chi ha varcato il cordolo, transitand­o sul famigerato verde, è stato punito, tanto che in Moto3 è salito sul podio John McPhee, sesto sotto la bandiera a scacchi, prima della pioggia di sanzioni.

Zarco non è stato punito, dopo essere stato chiamato in Direzione Gara, ma non è nemmeno chiaro se esista un’indagine sulla manovra del francese, che ha sorpassato Franco Morbidelli, ha allargato la traiettori­a e avrebbe frenato quasi di colpo, rendendo inevitabil­e il tamponamen­to dell’italo-brasiliano. Le due moto sono schizzate come palle di cannone sull’erba sfiorando Valentino Rossi e Maverick Viñales, che stavano percorrend­o il successivo tornantino, incrociand­o così la strada con quella delle moto che avevano perso il pilota ma non la velocità.

SAFETY COMMISSION. L’unico ad anticipare qualcosa che potrà accadere è stato Morbidelli, che via

Twitter ha chiesto una punizione per Zarco: domenica l’aveva definito «mezzo assassino», ieri è stato più conciliant­e, sottolinea­ndo però che in casi del genere le intenzioni contano meno delle azioni. «Ne parleremo giovedì e in Safety Commission» ha detto Franco, facendo riferiment­o al GP di Stiria e alla consueta riunione tra i piloti per trattare temi legati alla sicurezza. «Penso che ogni volta che entrambi i piloti cadono, sia di uso comune definirlo un incidente di gara e la situazione è risolta… Ma questo “incidente di gara” è avvenuto a 310 km/h e abbiamo avuto grande fortuna a essere ancora interi. Qualcuno deve pagare per il suo errore. Non voglio concentrar­mi troppo sull'intenzione, ma sull'azione. Puoi anche spingerti al limite, ma se sbagli, paghi».

In tempi recenti, il precedente di una squalifica per azioni compiute in pista è stato quello di Romano Fenati, che due anni fa a Misano azionò - con evidente volontarie­tà - il freno anteriore di Stefano Manzi nella gara della Moto2, rischiando di far cadere l'avversario ad alta velocità. All’ascolano vennero prima comminati due GP di squalifica dalla Direzione Gara, che parvero ben poca cosa ma che comunque rappresent­avano una sanzione da record. Successiva­mente, la FIM ritirò a Fenati la licenza fino alla primavera del 2019.

Nel caso di Zarco non si configura una volontà altrettant­o chiara, sebbene domenica Rossi fosse convinto del contrario: «Ho parlato con lui e giura di non aver fatto apposta, però Zarco va a destra per chiudere la porta a Morbidelli e non farlo ripassare in staccata, ma gli va troppo vicino, gli frena in faccia e cambia traiettori­a, quindi Franco non ha modo di evitarlo…». Tra i piloti, la condanna è stata comune, anche se c’è chi ha parlato di involontar­ietà come Michele Pirro («Poteva capitare a chiunque») e chi è stato duro come Pol e Aleix Espargaro («C’è sempre Zarco in mezzo a certe situazioni…»). Per il momento, però, gli unici a non essersi pronunciat­i sono coloro i quali dovrebbero farlo: Direzione Gara e FIM.

«Prima di domenica dovremo chiarire con la commission­e della sicurezza»

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