Corriere dello Sport

CASSANI: LA SICUREZZA VA GARANTITA SEMPRE!

L’autorevole voce del ct azzurro interviene sui casi di incidenti anche gravi ai corridori negli ultimi giorni «Il problema rimane. Bisogna incrementa­re gli sforzi per poter salvaguard­are tutti gli atleti»

- Di Giorgio Coluccia

Poche strategie, allenament­i blandi, impossibil­e fare piani nel lungo periodo. Un tour de force continuo che ha stravolto equilibri e gerarchie di un ciclismo inedito, alle prese con un problema sicurezza quanto mai attuale e un calendario che non conosce tregua.

Un continente nuovo anche per uno navigato come Davide Cassani, c.t. della Nazionale dal gennaio 2014, che aspettava con ansia l’appuntamen­to olimpico di Tokyo 2020, ma ora si ritrova con il solo Europeo di Plouay (dal 24 al 28 agosto) e un Mondiale a forte rischio dopo la resa svizzera.

Cassani, a forza di incidenti e cadute questa stagione rischia di trasformar­si in una sfida a eliminazio­ne diretta?

«È un’annata particolar­e, quasi assurda, difficile per tutti. Lo dimostrano queste prime settimane con una gara dopo l’altra. Si corre sempre, spesso i corridori trovano un caldo asfissiant­e, ci sono incidenti e infortuni a ripetizion­e. Non sappiamo cosa succederà con le prossime corse, i piani di molti potrebbero anche cambiare in fretta. Il Giro d’Italia ha perso Evenepoel, ma chissà che altri campioni non si ritrovino a ottobre alla corsa rosa».

Nel frattempo è saltato un punto di riferiment­o come i Mondiali di Aigle-Martigny. È proprio impossibil­e disputarli in Italia? «L’ipotesi c’è, ma è molto difficile. In un mese è complicato organizzar­e una corsa per la categoria juniores, figuriamoc­i una rassegna iridata che richiede ben altro sforzo anche dal punto di vista economico. Spero che l’Uci abbia un piano B per salvare l’evento. Mancano 40 giorni e a me sembrano davvero pochi».

A meno che la stessa non metta sul piatto uno sforzo economico importante per venire incontro ai nuoviorgan­izzatori.Chenepensa? «Può darsi, ma ci sono dinamiche che io non conosco. Mi auguro solo che alla fine di tutto ci sarà la possibilit­à di correre il Mondiale da qualche parte».

Sul fronte sicurezza in corsa, c’è unasoluzio­nechepuòan­darebene a tutti?

«La sicurezza rimane un problema. Bisogna fare in modo di garantirla durante tutte le gare, anche se controllar­e tutti i chilometri di ogni percorso non è affatto facile. Bisogna incrementa­re gli sforzi per salvaguard­are i corridori».

Come valuta i primi risultati dei corridori italiani?

«Meritano una menzione Formolo, Ulissi, Ballerini e anche la sorpresa Bagioli, un ragazzino classe ‘99 alla prima vittoria tra i profession­isti. Nizzolo ha disputato un’ottima Milano-Sanremo, e poi ho apprezzato il duo Nibali-Ciccone, che a prescinder­e dalla corsa ha sempre provato a restare davanti, per giocarsela con i migliori. Oggi al Giro dell’Emilia vedremo come andranno i ragazzi Under 23 azzurri, che avranno una bella occasione per continuare a fare esperienza a livelli alti».

Come vanno interpreta­ti invece i risultati altalenant­i di Fabio Aru? «È andato benino al Tour de l’Ain e pensavo potesse fare qualcosa di buono al Giro di Lombardia. C'erano aspettativ­e, purtroppo non l’abbiamo visto con i big, ma onestament­e non ci siamo ancora sentiti. Non so la ragione per cui non è andato bene».

Nibali ha messo il Giro d’Italia nel mirino. È sulla strada giusta? «Sì, manca ancora un mese e mezzo, ma sembra andare tutto alla perfezione. L’avviciname­nto è quello buono. Anzi, mi sembra bello pimpante, continuo, riesce a stare sempre nel mezzo della contesa. Può ancora migliorare, ma fin qui può dirsi soddisfatt­o».

I nostri devono competere contro squadroni da paura. Chi l’ha impression­ata?

«La Jumbo-Visma è una vera corazzata. Hanno reso tutti al meglio, fin qui sono stati una squadra straordina­ria, nonostante le sfortunate cadute di Roglic e Kruijswijk. Bisognerà capire se in prospettiv­a Tour sono troppo avanti con la preparazio­ne o se tutti gli altri avversari sono ancora indietro. Lo intuiremo tra qualche giorno».

Avremo mai dei riferiment­i con un calendario così intasato?

«È complicato, lamentano dei problemi fisici anche i più bravi, come Bernal, Quintana e lo stesso Roglic. Dovremo abituarci a equilibri del tutto nuovi».

«È un’annata particolar­e, quasi assurda, difficile per chiunque»

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Evenepoel, 20 anni, dopo il volo. Sotto, Cassani (59)
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