CASSANI: LA SICUREZZA VA GARANTITA SEMPRE!
L’autorevole voce del ct azzurro interviene sui casi di incidenti anche gravi ai corridori negli ultimi giorni «Il problema rimane. Bisogna incrementare gli sforzi per poter salvaguardare tutti gli atleti»
Poche strategie, allenamenti blandi, impossibile fare piani nel lungo periodo. Un tour de force continuo che ha stravolto equilibri e gerarchie di un ciclismo inedito, alle prese con un problema sicurezza quanto mai attuale e un calendario che non conosce tregua.
Un continente nuovo anche per uno navigato come Davide Cassani, c.t. della Nazionale dal gennaio 2014, che aspettava con ansia l’appuntamento olimpico di Tokyo 2020, ma ora si ritrova con il solo Europeo di Plouay (dal 24 al 28 agosto) e un Mondiale a forte rischio dopo la resa svizzera.
Cassani, a forza di incidenti e cadute questa stagione rischia di trasformarsi in una sfida a eliminazione diretta?
«È un’annata particolare, quasi assurda, difficile per tutti. Lo dimostrano queste prime settimane con una gara dopo l’altra. Si corre sempre, spesso i corridori trovano un caldo asfissiante, ci sono incidenti e infortuni a ripetizione. Non sappiamo cosa succederà con le prossime corse, i piani di molti potrebbero anche cambiare in fretta. Il Giro d’Italia ha perso Evenepoel, ma chissà che altri campioni non si ritrovino a ottobre alla corsa rosa».
Nel frattempo è saltato un punto di riferimento come i Mondiali di Aigle-Martigny. È proprio impossibile disputarli in Italia? «L’ipotesi c’è, ma è molto difficile. In un mese è complicato organizzare una corsa per la categoria juniores, figuriamoci una rassegna iridata che richiede ben altro sforzo anche dal punto di vista economico. Spero che l’Uci abbia un piano B per salvare l’evento. Mancano 40 giorni e a me sembrano davvero pochi».
A meno che la stessa non metta sul piatto uno sforzo economico importante per venire incontro ai nuoviorganizzatori.Chenepensa? «Può darsi, ma ci sono dinamiche che io non conosco. Mi auguro solo che alla fine di tutto ci sarà la possibilità di correre il Mondiale da qualche parte».
Sul fronte sicurezza in corsa, c’è unasoluzionechepuòandarebene a tutti?
«La sicurezza rimane un problema. Bisogna fare in modo di garantirla durante tutte le gare, anche se controllare tutti i chilometri di ogni percorso non è affatto facile. Bisogna incrementare gli sforzi per salvaguardare i corridori».
Come valuta i primi risultati dei corridori italiani?
«Meritano una menzione Formolo, Ulissi, Ballerini e anche la sorpresa Bagioli, un ragazzino classe ‘99 alla prima vittoria tra i professionisti. Nizzolo ha disputato un’ottima Milano-Sanremo, e poi ho apprezzato il duo Nibali-Ciccone, che a prescindere dalla corsa ha sempre provato a restare davanti, per giocarsela con i migliori. Oggi al Giro dell’Emilia vedremo come andranno i ragazzi Under 23 azzurri, che avranno una bella occasione per continuare a fare esperienza a livelli alti».
Come vanno interpretati invece i risultati altalenanti di Fabio Aru? «È andato benino al Tour de l’Ain e pensavo potesse fare qualcosa di buono al Giro di Lombardia. C'erano aspettative, purtroppo non l’abbiamo visto con i big, ma onestamente non ci siamo ancora sentiti. Non so la ragione per cui non è andato bene».
Nibali ha messo il Giro d’Italia nel mirino. È sulla strada giusta? «Sì, manca ancora un mese e mezzo, ma sembra andare tutto alla perfezione. L’avvicinamento è quello buono. Anzi, mi sembra bello pimpante, continuo, riesce a stare sempre nel mezzo della contesa. Può ancora migliorare, ma fin qui può dirsi soddisfatto».
I nostri devono competere contro squadroni da paura. Chi l’ha impressionata?
«La Jumbo-Visma è una vera corazzata. Hanno reso tutti al meglio, fin qui sono stati una squadra straordinaria, nonostante le sfortunate cadute di Roglic e Kruijswijk. Bisognerà capire se in prospettiva Tour sono troppo avanti con la preparazione o se tutti gli altri avversari sono ancora indietro. Lo intuiremo tra qualche giorno».
Avremo mai dei riferimenti con un calendario così intasato?
«È complicato, lamentano dei problemi fisici anche i più bravi, come Bernal, Quintana e lo stesso Roglic. Dovremo abituarci a equilibri del tutto nuovi».
«È un’annata particolare, quasi assurda, difficile per chiunque»