Protocolli e nuovi banchi i presidi vanno all’attacco
La riapertura delle scuole: ancora discussioni e dubbi «Dateci certezze sulla consegna dei monoposto» Giannelli: «Da rivedere la responsabilità penale»
Rebus scuola. Perché il suono della campanella si avvicina ma sono ancora tanti i punti interrogativi ai quali dare una risposta a stretto giro. Del resto, manca meno di un mese alla prima lezione: secondi i presidi non bastano le mascherine e il distanziamento di un metro per ricominciare a studiare in totale sicurezza.
DAL GOVERNO. «Stiamo lavorando incessantemente. La riapertura delle scuole, a metà settembre, in presenza e in tutta sicurezza, è una priorità per il governo», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. Stessi concetti per la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che su Facebook ha scritto: «Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del governo perché è una priorità di tutto il Paese. Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano».
QUESTIONE BANCHI. I dirigenti scolastici però hanno alzato la voce in occasione della presentazione del vademecum per i presidi, stilato dall’Anp. «Chiediamo di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile venirlo a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo. Quando arriveranno
Una possibile sistemazione dei banchi singoli all’istituto Daniele Manin di Roma
esattamente in ogni istituto?», ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Arp dopo la chiusura della gara europea per la fornitura dei banchi monoposto alle scuole. «Oltre ai banchi servono locali e un ampliamento dell’organico, quindi risorse adeguate per non vanificare gli enormi sforzi profusi finora». Giannelli sottolinea che «è impensabile che
la mascherina sia l’unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso indossarla per ore».
DALLA DIDATTICA ALLA PULIZIA. Il vademecum tocca tantissimi punti: dalla didattica («attenzione a non intervenire riducendo il monte ore di lezione») alla misure organizzative («bisogna ricordare ai genitori l’obbligo di misurare la febbre ai ragazzi e non mandarli a scuola con più di 37,5»), dalla mense («fare più turni o di ricorrere a pasti preconfezionati») fino misure sanitarie («disporre la pulizia approfondita con particolare attenzione ad androne, corridoi, bagni, uffici di segreteria, oltre alle superfici più toccate»).
LE RICHIESTE. Giannelli chiede la revisione della responsabilità penale dei dirigenti scolastici: «Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla. Non parliamo di scudo penale perché quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori». Non solo. «Se ci sarà un caso positivo all'interno di una scuola bisognerà valutare la chiusura dell'istituto solo di concerto con l'autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere valutato le circostanze. Non ci possono essere regole generali né ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici».
Proteste in Israele
Una pittoresca protesta nei confronti del premier Netanyahu a Gerusalemme per la gestione dell’emergenza economica del Covid-19