MBAPPÉ, NEYMAR E ICARDI: È UN PSG AVANTI TUTTA
Oggi la prima semifinale con un protagonista attesissimo Contro il Lipsia per trascinare il Psg verso il trofeo Ma Parigi gli sta stretta e lui sogna Barcellona
L’ultimo o il penultimo samba a Parigi. In salsa portoghese, con quella vena malinconica tipica del fado, il genere musicale che meglio di tutti ha spiegato il sentimento della “saudade”. Neymar si carica sulle spalle un Psg per certi versi storico, perché da quando ci sono i qatarioti al timone del club parigino, la squadra non era mai arrivata così lontano in Champions. L’occasione per fare ancora meglio è ghiotta, ghiottissima, anche se l’Atalanta ha insegnato a non sottovalutare nessuno, figuriamoci il Lipsia. E allora quella di stasera può e deve essere la serata delle stelle. Prima di tutto quella di O Ney, che ha l’opportunità di giustificare i 222 milioni spesi tre estati fa dai francesi per strapparlo al Barcellona.
POCHE GIOIE. L’avevano preso per fare il salto di qualità in Europa, ma la sfortuna e gli infortuni non gli hanno mai consentito di essere in campo nelle partite decisive. Dopo quella Champions vinta col Barça sulla Juve a Berlino nel 2015, in cui segnò il definitivo 3-1, le gioie sono state modeste. Ha vinto sì campionati, coppe di Francia e di Lega francese, ma nelle grandi competizioni internazionali è stato spesso sfortunato o poco decisivo, eccezion fatta per l’oro olimpico di Rio 2016. Alla Coppa America dell’anno scorso, quella vinta in casa dal Brasile, non ha partecipato in quanto infortunato, nei match decisivi di Champions, quelli degli anni passati, è stato perseguitato dagli acciacchi. Nel frattempo è stato indagato per abusi sessuali in Brasile (caso archiviato per mancanza di prove) e ha perso la causa contro il Barcellona, al quale è stato costretto a risarcire 6,7 milioni di euro per alcune clausole riguardanti il controverso passaggio al Psg.
SAUDADE. Dal punto di vista emotivo, insomma, O Ney non se l’è passata benissimo, ma ora ha l’occasione di rifarsi ed eventualmente di lasciare un segno indelebile nella storia dei parigini, tutt’ora a caccia della loro prima Champions League. Poi, perché no, potrà chiedere con più insistenza di lasciare una piazza che gli sta stretta già da un po’, ma alla quale è legato per contratto fino al 2022: un’insofferenza provocata dalla saudade per Barcellona, quella città che gli ha dato tanto dal punto di vista sportivo, ma soprattutto sul piano delle amicizie, come quelle con Suarez e Messi, gli altri due componenti della terribile MSN. Nella loro chat su Whatsapp parlano, scherzano come inseparabili amici, sognano di potersi rincontrare. Sanno, però, che le casse del Barça non possono permettersi in questo momento storico di riportarlo in Catalogna, a meno che non vengano inserite contropartite (Griezmann o Dembélé) che possano alleggerire il costo dell’operazione e favorire un’eventuale trattativa con il Psg.
QUESTIONEDIFEELING.Prima, però, c’è una Champions da provare a conquistare, un’ossessione da cancellare, una semifinale da superare, questa sera, contro il Lipsia. Tornerà dal 1’ il suo compagno di reparto preferito, quel Kylian Mbappé che Tuchel schiererà tra i titolari insieme al brasiliano, Icardi e Di Maria, che ha scontato il turno di squalifica contro l’Atalanta. L’allenatore tedesco ha raccontato ieri in conferenza il nuovo Neymar: un giocatore stellare, ma che sta crescendo grazie a chi gli sta intorno. «E’ sempre stato un leader per le sue qualità, la fiducia in campo, il coraggio e la voglia di combattere ha detto -. Vuole sempre vincere, è affamato e ama la competizione, ma fa parte di un gruppo composto da giocatori come Herrera, Sarabia, Navas che sanno come convivere, allenarsi e creare la giusta atmosfera. Questa squadra può essere la chiave per permettere a Neymar di crescere ancora, perché il calcio è uno sport di squadra e non si può vincere da soli». Ma Messi è Messi e il Barcellona è il Barcellona. Proprio per questo, a Lisbona, rischia davvero di essere il suo ultimo samba parigino.
Da quando è a Parigi ha avuto poche gioie: il contratto però lo inchioda
Tuchel lo esalta: «È affamato e vuole vincere. Qui può crescere ancora»