Pochissimi test prima del via Pioggia di errori
Sin dalla vigilia, non c’erano dubbi che la pandemia, il lungo stop e il calendario compresso avrebbero condizionato il Mondiale. Ma i primi quattro GP sono andati oltre le previsioni. La lunga pausa ha trasformato i piloti in leoni in gabbia, generando forse una sorta di ansia che si è riversata in pista. Per arginarla, Andrea Dovizioso aveva optato per una mossa dal suo punto di vista assennata, che però ha peggiorato la situazione: correre una gara di Cross per ritrovare il tono agonistico, senza arrivare “a freddo” su moto da quasi 300 cavalli come la sua Ducati. Ma è noto che a
Faenza il forlivese si è fratturato una clavicola. I bollenti spiriti del weekend di Jerez, la prima gara dopo otto mesi tra test (pochi), allenamenti (tanti) e lockdown, hanno portato agli infortuni di Alex Rins (scafoide), Cal Crutchlow (scafoide) e soprattutto alla frattura dell’omero di Marc Marquez, che nella rimonta aveva flirtato eccessivamente con il pericolo. Il calendario compresso, poi, crea ulteriori incognite. Le triplette come quella in corso - Brno e le due gare del Red Bull Ring in tre domeniche consecutive – non offrono tempi di recupero, e questo può incidere su stanchezza e lucidità. In più, correre due GP nello stesso tracciato, consente a chi è più in difficoltà di affinare la messa a punto in vista della seconda gara. Significa più equilibrio, battaglie e piloti che sentono di avere un’occasione, e che sono disposti anche a esagerare.