Edin si specchia nel calcio di Pirlo: è un vero 9, giocherà da falso 10
Eccolo, è Edin Dzeko. Il centravanti per la Juve di Andrea Pirlo sarà quello che di fatto è sempre stato al centro dei desiderata dell'allenatore. Dopo la svolta epocale dell'8 agosto con l'esonero di Maurizio Sarri, il lavoro di Fabio Paratici è di fatto sempre stato rivolto a regalare al nuovo allenatore l'attaccante bosniaco. Poi ci possono essere ragionamenti economici, anagrafici e di tanti altri tipi. Però Pirlo voleva Dzeko e avrà Dzeko, in questo senso la missione è compiuta. Ma perché Dzeko? Per motivazioni tecniche, tattiche, pure di leadership. Perché per il 3-2-5 ideale di Pirlo, per quanto questi possano essere numeri da tesi ancor più che di campo, è proprio l'ormai ex capitano della Roma a rappresentare il prototipo perfetto per il ruolo di centravanti arretrato, necessario per sostenere e ispirare la coppia di attaccanti che sulla carta restano Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala.
FALSO DIECI. Un vero nove. Un grande nove. Di profilo internazionale, in grado di fare reparto da solo. Ma che ha tutto ciò che serve per diventare magari un falso dieci. Non un trequartista puro, non dovrebbe essere Dzeko a rinculare sulla linea di centrocampo in fase di non possesso. Ma quando la palla sarà di proprietà della Juve, nei piani di Pirlo quasi sempre, ecco che sarà il bosniaco ad abbassarsi per ispirare la manovra e creare gli spazi alle frecce bianconere. Dieci metri più in alto, dieci metri più in basso, sarà il momento della partita a deciderlo. Ipotizzando però un centravanti capace di tenere insieme senza snaturarli sia Ronaldo che Dybala, ogni ragionamento aveva sempre portato a Dzeko all'interno della Continassa. Dopo la svolta dell'8 agosto, si intende.
IL 3-2-5. Un assaggio si è avuto tra domenica e lunedì. Prima l'amichevole con il Novara, da prendere con le pinze eppure già indicativa: un tempo con il 3-4-1-2 e il trequartista puro (Aaron Ramsey) dietro i due attaccanti (con CR7 c'era Dejan Kulusevski), un tempo con il 3-4-3 e il centravanti
Sa come fare reparto e ha esperienza internazionale: può attivare Dybala e CR7
mobile più due punte. Si rivedranno entrambe le versioni, la seconda è quella del tridente di stelle. Poi la tesi a Coverciano, il calcio di Pirlo si delinea a livello ideale secondo un 3-2-5 che già ha fatto il giro del web. Un assetto che si ispira a tanti modelli, tanto nel futuro che si ritrova anche nel passato, in quel 3-2-3-2 (o MM) che ha visto l'Ungheria di Gusztáv Sebes incantare il mondo. Sistema di gioco che poteva esaltare un fuoriclasse come Ferenc Puskas, ma che veniva retto anche grazie a Nandor Hidegkuti, maglia numero 9 e ruolo definito dalle dispense tattiche come «centravanti arretrato». Settant'anni dopo i paragoni reggono poco o nulla. Ma forse aiutano a capire cosa dovrà essere Dzeko. Vero nove per natura e curriculum, falso dieci per semplificare il lavoro di cui ha bisogno la nuova Juve. In pratica è un centravanti arretrato quello che serve a Pirlo: eccolo, è Dzeko.