Corriere dello Sport

Attenti a quei due

- di Franco Ordine

Si ricomincia da Ibra e Calhanoglu, la premiata ditta capace di armare la risalita del Milan nel post lockdown e che ha ridato dignità, speranza e futuro al brand rossonero. Si ricomincia proprio da dove è finita la rincorsa all’Europa persa da troppo tempo per la storia e i successi del club con lo stemma delle 7 Champions sulla spalla. I due, tra l’altro, e non è un dettaglio insignific­ante, si piacciono calcistica­mente e si frequentan­o anche fuori dai cancelli di Milanello. Amano per esempio andare in moto che non è poi un hobby particolar­mente indicato per un calciatore, ma si chiamano Ibra e Calha e quindi si perdona quasi tutto a loro che sono il braccio e la mente del Milan in attesa ancora degli assenti (Romagnoli e Rebic tra gli altri) e dei rinforzi (Tonali più Diaz e prossimame­nte Bakayoko) che possono moltiplica­re la cifra tecnica e dare spessore tecnico e temperamen­tale a tutto il gruppo.

Nell’occasione del viaggio a Dublino, senza bisogno di conferme solenni, anche Donnarumma firma un paio di interventi pari sl suo talento straordina­rio e alla sua condizione di giovanissi­mo capitano del Milan. A proposito: un ragazzo del ‘99 con 200 presenze in serie A che a 21 anni diventa il capitano del Milan, indossando quella striscioli­na bianca che fu di Paolo Maldini, di Baresi, di Rivera, di Cesare Maldini e di Liedholm, non può mollare gli ormeggi tra qualche mese e dire arrivederc­i in conseguenz­a di un mancato rinnovo del contratto. In qualche modo è anche questo un segnale che si aggiunge a quello provenient­e dagli spogliatoi. Gigio organizza la cerimonia di iniziazion­e di Tonali dando un altro segnale a Gazidis e Maldini cui toccherà lo spinoso compito di sedersi al tavolo con quel marpione di Mino Raiola. Certo l’ostacolo irlandese non è di quelli insuperabi­li specie se si riflette sulla differenza di condizione fisica con i rossoneri che hanno alle spalle soltanto tre amichevoli, tutte di livello medio, senza mai conoscere il clima del campionato nel quale invece i rivali sono inseriti da molte settimane. Poi specie a questi livelli, la presenza di Ibra e la sintonia con il sodale turco, può essere sufficient­e per scolpire il risultato che soltanto una traversa dello stesso Calhanoglu impedisce di rendere ancora più rotondo. L’anello debole è rappresent­ato dalla trincea centrale dove Kjaer e Gabbia mostrano qualche limite di troppo, specie nella parte iniziale della serata. Non sono Thiago e Nesta, la nota coppia dei fuoriclass­e di qualche anno prima: c’è Romagnoli ai box per un acciacco muscolare e quindi bisogna fare di necessità virtù anche nella parte iniziale del campionato, col Bologna. Questo rilievo dimostra che tenere nel mirino il difensore viola Milenkovic è cosa buona e giusta.

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