Scotti, impresa con vista Tokyo
Studia biologia ed è un appassionato di golf il nuovo baby principe azzurro dei 400. Si chiama Edoardo Scotti, solo 20 anni, corre e vince anche con la maglia dei Carabinieri: ieri sera ha quasi fatto venire l’infarto al suo allenatore, Giacomo Zilocchi, quando, dopo aver imboccato il rettilineo finale ancora in quarta posizione, ha letteralmente risucchiato tutti gli avversari, uno a uno, e strappato per soli 4/100 il successo al kuwatiano Karam. Non è stato un trionfo effimero, da ascrivere alla stagione a scartamento ridotto. Il suo crono di 45”21 cancella dopo 12 anni il record italiano U.23 di Licciardello. Quinto al mondo quest’anno, in Europa solo Warholm è stato più veloce.
Edo ha fatto meglio anche di Davide Re, il primatista italiano dallo scorso anno con 44”77.
«Non c’era il pubblico a caricarmi, ma quando sono uscito dall’ultima curva me lo sono immaginato che mi urlava dietro. Che bella sensazione - racconta Scotti, che si allena a Fidenza - Sul rettilineo non ho capito più nulla, solo negli ultimi dieci metri mi sono reso conto che potevo vincere. Mi sono accorto che ce l’avevo fatto soltanto all’ultimo metro però». Il più recente successo azzurro in una gara di corsa al Golden Gala risaliva al 2011, quando Andrew Howe si impose nei 200 del fuori programma.
Scotti ha iniziato con le campestri scolastiche (meno male che se ne fanno ancora...) e mamma Monica ha giocato al volley in A2. E’ all’ennesimo miglioramento in questa stagione che era partita da un personale di 45”84. Potenza e tanta grinta sono le carte di questo giovane talento che si era messo già in evidenza ai Mondiali U.20 di Tampere di due anni fa, quando trascinò la 4x400 ha un successo storico sul quasi imbattibile quartetto statunitense. «Sentivo di poter fare questo tempo, lavoro da anni e senza problemi fisici: ora correrò i 200 ai Tricolori giovanili di Grosseto del fine settimana e poi mi prenderò una breve vacanza, non la faccio da due anni».
L’avvio però era stato lento: «Sì, ho calibrato male la distribuzione dello sforzo. Poi, quando ho imboccato la curva ai 200, mi sono detto che non poteva finire in quel modo. Così ci ho dato dentro. Sono strafelice, perché per me è un successo importante, arrivato per di più in maniera rocambolesca». Tagliato il traguardo ha fatto salti di gioia e mimato un tiro con l’arco: «No, non volevo imitare Usain Bolt: è una sorta di portafortuna, l’ho fatto la prima volta agli Europei di Berlino e mi ci sono affezionato». In prospettiva con questo exploit, l’Italia può pensare di costruire una staffetta del miglio davvero competitiva per Tokyo 2021. Anche se ieri, l’altro baby Vladimir Aceti è rimasto lontano dal fresco personale di 45”65.
45”21 sui 400: può nascere una super staffetta. «I tifosi? Io li ho sentiti...»