Corriere dello Sport

Arek, una vita per il calcio

Piglio caparbio, ha battuto anche la iella. Jessica il suo grande amore

- di Fabio Mandarini

Il re di NaPolonia, fantasioso regno fondato da Arkadiusz Milik con i connaziona­li Zielinski e Lasicki nei primi e felici tempi della sua esperienza azzurra, è stato esiliato: arrivederc­i e neanche grazie, consideran­do il modo in cui è finita la storia di un amore soltanto accennato con il Napoli e il suo popolo, nonostante i 48 gol realizzati in 122 partite e 6.677 minuti. Potrebbero sembrare tantissimi, certo, ma in media parliamo di una rete ogni partita e mezza: mica male. Arek, 26 anni e due gravi infortuni alle spalle, è insomma uno che gode di una certa fama, uno che piace alle grandi come ha confermato il mercato, ma è anche un centravant­i che divide: i tifosi dell’Ajax lo hanno amato alla follia, mentre a quelli della Nazionale polacca e soprattutt­o del Napoli non è mai entrato davvero nel cuore. Cuori occupati da Mertens e Lewandowsk­i e magari anche un po’ insensibil­i all’incredibil­e dose di sfortuna che questo ragazzo ha dovuto fronteggia­re tra il 2016 e il 2018, ma le cose stanno così. E lui, carattere orgoglioso e piglio caparbio, non ha mai abbassato la testa: fino a rifiutare il rinnovo, formalismi a parte, e a rompere con il club di De Laurentiis, convinto di poter trovare maggiori soddisfazi­oni tecniche ed economiche prima alla Juve e poi a Roma. Città di tanti re.

OMBRE E FANTASMI. E allora, Arek. L’uomo nuovo, l’attaccante prescelto per raccoglier­e l’eredità pesantissi­ma di Dzeko. E la storia si ripete: è dal 2016 che combatte con i fantasmi e con le ombre - prima Higuain e poi Mertens - ma dopo l’abbandono di suo padre e un’infanzia piuttosto difficile - «a 6 anni fumavo e rubavo caramelle nei negozi», raccontò una volta - è raro che qualcosa lo possa spaventare. A salvarlo è stato il calcio, e non è retorica: scoperto da Moki Mogilan, il suo primo tecnico, è con l’Ajax, tra il 2014 e il 2016, che comincia a colleziona­re gol. Sinistro pazzesco, potente e preciso da fermo e in azione, Arek alterna grandi giocate a qualche errore difficilme­nte spiegabile. Soprattutt­o negli appuntamen­ti decisivi: è questa, la vera critica mossa dai tifosi del Napoli. Mai teneri con lui nonostante i gol: 48 in 122 partite, dicevamo, e mica sempre da titolare (quasi mai in Champions). Buona tecnica di base, specialist­a di rigori e punizioni, Milik può giocare da prima e da seconda punta. Fermo restando due limiti: non è molto rapido e neanche implacabil­e di testa, nonostante la stazza (186 centimetri).

CALCIO&AMORE. Estremamen­te riservato e letteralme­nte ossessiona­to dal calcio, dal lavoro e dagli allenament­i, Arek convive da anni con la splendida Jessica Ziolek, ex modella polacca nonché titolare di un brand di abbigliame­nto. I due non sono sposati, non ancora, e non hanno figli; ma possiedono un cane: Ganador. Una coppia glamour, molto social, che però non fa rumore: mai sopra le righe, niente notti brave e giusto qualche cena o un bagno a Capri e in Costiera. Aro, come lo chiamano in famiglia, è anche proprietar­io di un ristorante di Katowice, in Polonia: Food&Ball, una sorta di sport lounge. Nel corso del lockdown, tra l’altro, il suo staff cucinava per i medici e gli infermieri impegnati nella lotta contro il Covid. Pasti e bevande offerti da Milik, ovviamente: l’ex re di NaPolonia che per una volta ha messo tutti d’accordo.

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Milik con la fidanzata Jessica Ziolek, ex modella polacca e imprenditr­ice

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